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Il 5G continua a dividere, nonostante non ci siano prove che sia pericoloso

Un anno fa, le false teorie sui pericoli del 5G avevano appena iniziato ad insidiarsi tra gli internauti, restano perlopiù confinate nelle teorie dei teorici della cospirazione come David Icke. Nelle ultime settimane però, le affermazioni infondate sui rischi associati alla tecnologia mobile di prossima generazione hanno attirato l’attenzione di tutta la comunità mediatica, in particolare quelle che vorrebbero il 5G come causa della pandemia di coronavirus, portando addirittura ad attacchi alle antenne, costringendo i governi ad intervenire per fare chiarezza.

 

Nelle ultime settimane, si è fatto un gran parlare del 5G come causa della pandemia di coronavirus

Esperti del settore ed esperti di verifica dei fatti hanno analizzato la situazione attuale e sono giunti a stilare una serie di condizioni che hanno contribuito a far diffondere con così tanta prepotenza queste teoria, peraltro definite “pericolose assurdità” dai governi di quasi tutto il mondo. Significativa è stata la rapida diffusione di gruppi in tal senso ostili sui social media, un generalizzato fallimento delle reti nel rendere note prove scientifiche a sostegno del 5G e una popolazione terrorizzata che cerca di trovare un colpevole di una situazione ormai difficilissima.

Tom Phillips, direttore dell’ente Full Fact, che nasce con lo scopo di controllare e verificare la veridicità delle notizie, ha dichiarato di aver avvertito già durante l’estate scorsa la crescente ondata di proteste circa gli effetti sulla salute del 5G. Ma nelle ultime settimane le teorie sul 5G sono state trasformate, potenzialmente aiutate dalla creazione di nuovi gruppi di Facebook e WhatsApp; fenomeno peraltro intensificatosi durante la pandemia di coronavirus. I dati di Google Trends suggeriscono che l’interesse per le teorie del 5G ha vista una decisa impennata negli ultimi giorni di marzo, poco dopo il generale lockdown.

 

Queste bizzarre teorie potrebbero complicare una situazione già incredibilmente difficile

Phillips ha affermato che una delle difficoltà nel combattere le notizie false sta nella difficoltà di discernere con precisione dove esse vogliano andare a parare. “Già le teorie relative all’origine del coronavirus hanno iniziato a toccare vette di assurdità mai viste, ma la questione 5G ha aperto a teorie davvero bizzarre: alcune vorrebbero che i tipici sintomi del coronavirus non siano causati dal virus stesso, ma piuttosto dall’impatto delle radiazioni della rete 5G“, ha dichiarato Phillips.

Altre teorie, divenute ben presto virali, hanno sottolineato altre presunte coincidenze. Una in particolare vorrebbe che Wuhan sia stata la prima città al mondo ad iniziare la sperimentazione e l’installazione delle reti 5G: in realtà, Wuhan ha ottenuto la copertura 5G nell’agosto 2019, quasi 18 mesi dopo che la sperimentazione iniziasse nel Regno Unito; inoltre l’Iran, che ha fatto registrare un numero incredibilmente alto di casi di coronavirus, non ha neppure iniziato a lavorare alla copertura 5G.

Nello Giuliano

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