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Cos’è l’acufene e come può influenzare la qualità della nostra vita

Il fastidioso ronzio nell’orecchio è un fenomeno particolare che non tutti hanno sperimentano. Fino ad oggi, le ragioni per cui si verifica rimane un mistero. Fortunatamente, nel corso degli anni, la scienza ci ha permesso di scoprire qualcosa di più su alcune condizioni ad esso associate come l’acufene e su come queste influenzano la nostra qualità della vita.

 

Cos’è l’acufene?

L’acufene è fondamentalmente una particolare percezione uditiva che si verifica in assenza di uno stimolo esterno. In altre parole, si tratta di un fenomeno che fa sì che alcune persone sentano dei rumori particolari senza che questi vengano prodotti nell’ambiente circostante. Insomma, avete presente quando, scherzando, diciamo “sento cose che altri non sentono?“.

Il nome deriverebbe dal termine tinnire che, in latino, significa suono. Di conseguenza, per capire cos’è l’acufene, possiamo dire che è un fenomeno di percezione uditiva che affligge alcune persone facendole sentire dei beep, dei ronzii o dei suoni correlati.

 

Le sue possibili cause

Per capire esattamente cos’è l’acufene, il fenomeno è anche conosciuto come tinnito e, nonostante sia molto studiato, ha ancora grandi enigmi che lo circondano. Ormai sappiamo che l’esposizione al rumore può essere un fattore scatenante per la comparsa della condizione. Ma cos’altro si sa a riguardo?

In generale, l’acufene è un sintomo “molto comune”, ma le sue origini sono estremamente varie. In particolare, l’acufene primario è uno dei più misteriosi, poiché la ragione esatta della sua manifestazione nelle persone non è nota e può essere o meno correlata a condizioni adiacenti. Al contrario, l’acufene secondario è più facile da capire. In questo caso, l’acufene si verifica come risultato di altre condizioni che possono dare origine a ronzii, segnali acustici e/o “bip” che le persone sentono.

Non ci sono differenze nell’incidenza tra uomini e donne, ma sono stati notati cambiamenti con l’età. Il rischio di sviluppare la condizione diventa più acuto tra i 45 e i 70 anni. Dal canto suo, sebbene il fenomeno possa manifestarsi anche nei bambini, raramente viene segnalato che l’acufene influisca in qualche modo sulla loro qualità di vita.

In generale, l’acufene può essere una condizione gestibile per molti. Infatti, nella maggior parte dei casi i pazienti possono avere una vita normale. Ma non tutti sono così fortunati.

Una volta compreso cos’è l’acufene, è necessario tener conto anche della sua persistenza. Per essere diagnosticato, deve considerarsi un fastidio per il paziente per più di 6 mesi. Ciò implica che questa condizione possa persistere mesi o addirittura anni generando un continuo disagio nel condotto uditivo delle persone.

Di conseguenza, alcuni potrebbero sviluppare problemi di sonno, che finiscono per influenzare la salute generale. Allo stesso modo, è stata studiata la correlazione tra l’acufene e condizioni come ansia e depressione. In generale, le persone con acufene hanno maggiori probabilità di soffrirne e più grave è il caso di uno, più lo sarà l’altro.Questo non implica necessariamente che ci sia una relazione causa-effetto. Tuttavia, il loro aspetto articolare ci mostra una maggiore perdita di qualità della vita per le persone.

 

Quali trattamenti per affrontare l’acufene?

Nonostante i molteplici studi che sono stati sviluppati per scoprire esattamente cos’è l’acufene e come affrontarlo, purtroppo non sono state ancora trovate risposte definitive. Di conseguenza, ci sono alcune proposte con cui trattare la condizione, ma nessuna di esse è stata presentata come soluzione o “cura” definitiva.

Ad esempio, per l’acufene primario – il più difficile da trattare – vengono menzionate alternative come la consulenza sulla condizione dei pazienti, l’applicazione di apparecchi acustici o impianti, la terapia cognitivo-comportamentale e la terapia del suono.

In caso di secondaria, invece, si parla di cercare esattamente la malattia originaria che causa il sintomo e di attaccarlo. In altre parole, l’acufene viene trattato indirettamente cercando soluzioni per la condizione primaria, ma non esiste una soluzione specifica.

Federica Vitale

Ho studiato Shakespeare all'Università e mi ritrovo a scrivere di tecnologia, smartphone, robot e accessori hi-tech da anni! La SEO? Per me è maschile, ma la rispetto ugualmente. Quando si suol dire "Sappiamo ciò che siamo ma non quello che potremmo essere" (Amleto, l'atto indovinatelo voi!)

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