L’intelligenza artificiale è una disciplina scientifica nata intorno agli anni 50 del secolo scorso, anche se un inizio di questa è avvenuto durante la seconda guerra mondiale. In quegli anni Londra aveva preparato un contrattacco scientifico per la Germania. A Bletchley Park il Governo formò un gruppo di matematici e crittografi per decriptare i messaggi della macchina Enigma. E’ nato così il primo computer, noto come Macchina di Turing.
Alan Turing sviluppò successivamente un insieme di teorie sulla creazione del computer tra cui anche il noto test di Turing. Si tratta di un test per il quale si identifica se una macchina emula il ragionamento di un umano. Un giudice deve decretare durante il dialogo tra un uomo e una macchina chi dei due sia chi. Il computer vince quando il giudice lo decreta come umano.
Il vero boom avviene negli ultimi 30 anni dove si cerca di applicare l’intelligenza artificiale a ogni tecnologia per agevolare al meglio la quotidianità delle persone.
E’ usata molto in ambito medico per diagnosi di malattie rare o con sintomi comuni ad altre, ma anche nel settore della chirurgia. La domanda posta a migliaia di persone è “Ti faresti mai curare da un dottore artificiale?”. Una delle risposte più comuni è no perché scomparirebbe il lato umano della diagnosi e il modo di comunicarla. Con queste risposte non sono molto d’accordo alcuni scienziati, soprattutto quelli che hanno sviluppato una forma in grado di riprodurre i nostri pensieri.
Attualmente il test è avvenuto in Rwanda dove è stato creato un chatbot medico. Attraverso Babylon le persone inseriscono i propri sintomi e l’intelligenza artificiale consiglia di vedere un medico nel caso in cui lo ritenga grave oppure da una soluzione se nel suo database non è presente alcuna malattia correlata. La macchina sarebbe pronta per le diagnosi visto che ha ricevuto un punteggio di 81% sulla correttezza dei dati, contro il 72% di un medico umano. E’ importante sottolineare come una macchina quando impara qualcosa non lo dimentica e soprattutto non può essere ingannato dalla memoria come succede agli umani. Babylon potrebbe essere molto importante per evitare che ospedali, pronto soccorsi e ambulanze siano chiamati inutilmente.
Recentemente in America è stata sviluppata un’intelligenza in grado di replicare le attitudini social del presidente Donald Trump. La sua memoria e il suo database sono caratterizzati da tweet, discorsi e interviste del presidente. Il suo profilo twitter è Trump Sidekik, numerosi esperti sociologi l’hanno analizzato e non hanno trovato differenze tra questi tweet e quelli reali del presidente.
Come dichiarato dagli sviluppatori al giorno prendiamo circa 35 mila decisioni, alcune importanti altre molto banali e immediate. Non sarebbe male lasciare la patata bollente a una macchina che ragiona proprio come noi. La decisione a questo punto è come se fosse nostra ma non abbiamo il pensiero di dover decidere. Secondo molti sociologi così si perderebbe tutta la bellezza umana di prendere una decisione e diverremmo persone piatte.
Un’intelligenza artificiale che decide come il presidente americano ha i suoi pro e contro. Al momento potrebbe anche essere sicura ma col tempo potrebbe essere infettata da un virus e quindi sarebbe difficile da controllare. Con quest’ultimo punto si potrebbero causare gravi danni per l’umanità. Onde evitare danni attualmente l’account è limitato temporaneamente poiché ha eseguito delle attività sospette.
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