Un nuovo studio suggerisce che gli alberi inizieranno a perdere le foglie prima del previsto a causa della crisi climatica. Ogni anno, in un processo noto come senescenza, le foglie degli alberi decidui diventano gialle, arancioni e rosse mentre sospendono la crescita ed estraggono sostanze nutritive dal fogliame, prima di cadere dall’albero prima dell’inverno. La senescenza fogliare segna anche la fine del periodo durante il quale le piante assorbono l’anidride carbonica attraverso la fotosintesi.
Il riscaldamento globale ha portato a stagioni di crescita più lunghe: le foglie primaverili stanno emergendo sugli alberi europei circa due settimane prima, rispetto a 100 anni fa, hanno detto i ricercatori. I modelli precedenti presumevano che poiché gli autunni diventeranno sempre più caldi nel prossimo secolo, l’autunno subirà un ritardo. In realtà si prevede che entro la fine del secolo le foglie potrebbero persino cadere da tre a sei giorni prima.
Utilizzando una combinazione di osservazioni sul campo, test di laboratorio e modelli, gli esperti hanno studiato i dati che hanno monitorato sei specie di alberi decidui europei: ippocastano europeo, betulla argentata, faggio europeo, larice europeo, quercia inglese e sorbo degli ultimi sei decenni. Gli esperti hanno scoperto che gli aumenti della produttività primaverile ed estiva dovuti a livelli elevati di anidride carbonica, temperatura e luce spingono gli alberi a perdere le foglie prima.
Si era ipotizzato inizialmente che le temperature autunnali e la durata del giorno fossero i principali fattori ambientali che causano la perdita delle foglie degli alberi. Ora, i ricercatori hanno identificato un terzo fattore: una produttività “autolimitante”. La produttività dell’albero si auto-limita poiché con le stagioni più lunghe gli alberi assorbono una quantità maggiore di CO2 in primavera ed estate. I risultati hanno dimostrato che gli alberi hanno dunque vincoli di produttività.
Foto di Valiphotos da Pixabay
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