Uno studio condotto da un gruppo di ricercatori dell’Università di Manchester e l’Università di Salford ha portato alla luce un collegamento particolare tra il riso e malattie cardiovascolari. Il motivo è legato all’arsenico inorganico il quale viene notoriamente assorbito dal riso durante la crescita. Quest’ultimo è un veleno che a dosi piccole può portare a problemi di salute tra tumori e proprio le malattie cardiovascolari.
La ricerca si è concentrata tra l’Inghilterra e il Galles, ma nel mondo sono tre miliardi le persone che consumano regolarmente tale alimento; si tratta della base dell’alimentazione per molte persone. Secondo precedenti studi, avvengono 50.000 morti l’anno per cause premature proprio a causa dell’arsenico nel riso.
Le parole della professoressa Polya dell’Università di Manchester:
“Lo studio suggerisce che il più alto 25% dei consumatori di riso in Inghilterra e in Galles potrebbe essere plausibilmente esposto a maggiori rischi di mortalità cardiovascolare a causa dell’esposizione inorganica all’arsenico rispetto al 25% più basso di consumatori di riso. L’aumento del rischio modellato è di circa il 6% (con un intervallo di confidenza per questa cifra dal 2% all’11%). L’aumento del rischio modellato potrebbe anche riflettere in parte una combinazione di suscettibilità, comportamenti e trattamento di quelle comunità in Inghilterra e Galles con diete a base di riso relativamente alte.”
Si tratta di un primo studio che però non deve spaventare, servono infatti tanti altri dati prima di dare un giudizio in merito. Quello che si può fare, soprattutto se si mangia effettivamente tanto riso, è variare la tipologia provando quelli integrali che finiscono per assorbire meno arsenico inorganico.
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