Alzheimer, le tossine purificate nella notte potrebbero essere d’aiuto

E' stato scoperto da un recente studio che le tossine del cervello che vengono purificate durante la notte possono aiutare contro l'Alzheimer ed altri morbi

Con l’invecchiamento, superati generalmente i 60 anni, si può andare incontro a problemi non solo fisici, come per esempio l’osteoporosi, ma anche problemi mentali, come depressione, perdita di autostima, problemi di memoria anche gravi a causa di malattie neurodegenerative, di cui la più diffusa è senza dubbio quella di Alzheimer.

In merito a quest’ultimo morbo, recentemente gli scienziati dell’Università di Boston hanno scoperto come le tossine vengono eliminate dal cervello durante il sonno, pubblicato venerdì sulla rivista Science. L’obiettivo prefissato dello studio è quello poi di applicare le nuove conoscenze per i trattamenti e la prevenzione delle malattie neurodegenerative, come l’Alzheimer e la demenza.

 

Le tossine purificate possono aiutare contro l’Alzheimer

L’ingegnere biomedico Laura D. Lewis guidò un team di ricercatori della BU che studiavano il sonno non REM, una fase profonda del sonno senza sogni. Come ben sappiamo, infatti, esistono due fasi del sonno, quella REM, più leggera dove noi sogniamo, e quella appunto non REM, più profonda e di cui non abbiamo conoscenza. Precedenti studi hanno scoperto che quando i roditori dormono, le tossine, che possono portare allo sviluppo di malattie del cervello, vengono eliminate durante quest’ultima fase.

“Avevamo la sensazione che ognuna di queste metriche fosse importante, ma il modo in cui cambiano durante il sonno e il modo in cui si relazionano tra loro durante il sonno è stato un territorio inesplorato per noi”, dice Lewis.

Durante il sonno non REM, infatti, i ricercatori hanno scoperto che ondate di liquido cerebrospinale si riversano lentamente sul cervello e i neuroni iniziano a sincronizzarsi, accendendosi e spegnendosi contemporaneamente.

“Vedresti questa onda elettrica in cui tutti i neuroni andrebbero in silenzio”, continua l’esperta scienziata. “I neuroni spenti e non infiammabili significano meno flusso di sangue al cervello, creando uno spazio per il fluido da riempire, ed eliminare, i sottoprodotti metabolici accumulati come il beta-amiloide.”