Secondo un nuovo studio dell’UTHealth Houston, le persone che hanno ricevuto almeno un vaccino antinfluenzale avevano il 40% di probabilità in meno rispetto ai loro coetanei non vaccinati di sviluppare l’Alzheimer nel corso di quattro anni. I ricercatori hanno confrontato il rischio di sviluppare il morbo d’Alzheimer tra i pazienti con o senza vaccino antinfluenzale in un ampio campione nazionale.
I risultati hanno suggerito che la vaccinazione negli anziani riduce il rischio di sviluppare il morbo di Alzheimer per diversi anni. La forza di questo effetto protettivo aumenta con il numero di anni in cui una persona ha ricevuto un vaccino antinfluenzale annuale, in altre parole, il tasso di sviluppo Il morbo di Alzheimer è stato il più basso tra coloro che hanno ricevuto costantemente il vaccino antinfluenzale ogni anno.
La ricerca futura dovrebbe valutare se la vaccinazione antinfluenzale è anche associata al tasso di progressione dei sintomi nei pazienti che hanno già la demenza di Alzheimer. È stato riscontrato che circa il 5,1% dei pazienti vaccinati contro l’influenza aveva sviluppato il morbo di Alzheimer. Nel frattempo, l’8,5% dei pazienti non vaccinati aveva sviluppato il morbo di Alzheimer durante il follow-up. Questi risultati sottolineano il forte effetto protettivo del vaccino antinfluenzale contro il morbo di Alzheimer. Tuttavia i meccanismi di questo processo richiedono ulteriori studi.
Poiché ci sono prove concrete che diversi vaccini incidono sullo sviluppo dell’Alzheimer, si pensa che non sia un effetto specifico del vaccino antinfluenzale. Si è portati a credere invece che il sistema immunitario sia complesso e alcune alterazioni, come la polmonite, potrebbero attivarlo in un modo che peggiora il morbo di Alzheimer. Ma altre cose che attivano il sistema immunitario possono farlo in un modo diverso: uno che protegge dal morbo di Alzheimer. Ovviamente c’è ancora molto da imparare su come il sistema immunitario migliora o peggiora le condizioni di questa malattia.
Il morbo di Alzheimer colpisce più di 6 milioni di persone con un numero di persone colpite in aumento a causa dell’invecchiamento della popolazione della nazione. Studi precedenti hanno riscontrato una diminuzione del rischio di demenza associato alla precedente esposizione a varie vaccinazioni in età adulta, comprese quelle per tetano, poliomielite e herpes, oltre al vaccino antinfluenzale e altri. Inoltre, poiché è passato più tempo dall’introduzione del vaccino contro il Covid-19 e sono disponibili dati di follow-up più lunghi, varrà la pena indagare se esiste un’associazione simile tra la vaccinazione contro il Covid-19 e il rischio di MA.
Foto di Frauke Riether da Pixabay
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