Ammoniti: i muscoli in 3D mostrano come nuotavano e sfuggivano ai predatori

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Un team di ricercatori dell’Università di Cardiff è riuscito a mostrare come gli ammoniti, antichi molluschi marini antichi parenti ormai estinti di seppie e calamari, erano in grado di nuotare e sfuggire ai loro predatori. Ci sono riusciti ricostruendo per la prima volta in 3D, i muscoli e gli organi di uno di questi molluschi, partendo dall’analisi di un esemplare fossile ben conservato.

 

Uno sguardo al movimento delle ammoniti

Osservando la disposizione e le dimensioni relative dei muscoli di questi molluschi provvisti di conchiglia e tentacoli arrotolati, i ricercatori hanno mostrato che, proprio come i moderni calamari e polpi, anche le ammoniti nuotavano grazie a una sorta di propulsione a getto. La propulsione avveniva infatti tramite l’espulsione di un getto d’acqua da un muscoloso imbuto tubolare chiamato iponomo, in grado di spingere l’ammonite nel senso opposto a quello dell’emissione del getto.

Inoltre i muscoli delle ammoniti, collegati al loro corpo morbido, rendevano questi molluschi in grado di ritrarsi nel loro guscio. Un po’ come le tartarughe infatti, rintanandosi nel loro guscio riuscivano a nascondersi e proteggersi dai predatori, compensando la mancanza di altri tipi di difese come le sacche di inchiostro di seppie, calamari e polpi.

 

Nuove tecniche di analisi per lo studio dei tessuti molli di creature estinte

Fino ad ora per indagare sulle caratteristiche dei tessuti molli di organismi estinti, raramente raramente conservati nei reperti fossili, gli esperti si sono basati su confronti delle specie fossili ed estinte con i loro analoghi viventi. Nel caso delle ammoniti, i paleontologi fanno paragoni e confronti con le specie appartenenti ai Nautilus, una famiglia di cefalopodi moderni con conchiglie arrotolate, simili a quelle delle ammoniti.

In questo caso invece i ricercatori hanno ottenuto ottimi risultati grazie alla ricostruzione digitale in 3D dei muscoli e degli organi delle ammoniti. Questa ricostruzione è stata possibile grazie alle scansioni a raggi X e neutroni di un fossile di 165 milioni di anni scoperta da Claydon Pike nel Gloucestershire nel 1998 e che è conservata nel National Museum Wales a Cardiff.

Il team è stato in grado di creare una ricostruzione dettagliata dei muscoli e degli organi che avrebbero occupato la camera del corpo dell’ammonite, quindi la parte del guscio in cui viveva la creatura, basata su tessuti molli residui e cicatrici di attaccamento muscolare.

Grazie a questa ricostruzione i ricercatori hanno scoperti che questi molluschi sono in realtà meno simili di quanto si supponesse ai Nautilus e molto più simili a calamari e polpi. Secondo i ricercatori infatti, i loro risultati si aggiungono alle prove che sostengono che le ammoniti potrebbero essere evolutivamente più vicine ai Coleoidea, ovvero seppie, calamari e polpi.

Come spiega infatti la paleontologa Lesley Cherns dell’Università di Cardiff, una degli autori dello studio, “abbiamo trovato prove per muscoli che non sono presenti in Nautilus, che hanno fornito nuove importanti informazioni sull’anatomia e sulla morfologia funzionale delle ammoniti.”

 

Nuovi spunti per studi futuri

L’importanza di questa nuova ricerca, come spiega Imran Rahman, autore dell’articolo e paleobiologo. del Museo di storia naturale è che lo “studio suggerisce che la combinazione di diverse tecniche di imaging può essere cruciale per studiare i tessuti molli dei fossili tridimensionali”.

Questo nuovo approccio infatti apre una gamma di nuove possibilità per studiare la struttura interna di esemplari fossili ben conservati. In questo modo potremmo acquisire molte nuove informazioni su specie estinte di cui ancora conosciamo molto poco.

Foto di Makro_Wayland da Pixabay

Valeria Magliani
Valeria Magliani
Instancabile giramondo, appassionata di viaggi, di scoperte e di scienza, ho iniziato l'attività di web-writer perché desideravo essere parte di quel meccanismo che diffonde curiosità e conoscenza. Dobbiamo conoscere, sapere, scoprire e viaggiare, il più possibile. Avremo così una vita migliore, in un mondo migliore.

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