Un nuovo studio mostra che, anche dopo essere state più di 20 anni nell’oceano, le materie plastiche ordinarie mostrano pochissimi segni di degrado. I ricercatori responsabili dello studio hanno analizzato due campioni di plastica – un contenitore per alimenti e una lattina di Coca-Cola avvolti in un sacchetto di plastica – recuperati a 4.150 metri sotto la superficie dell’Oceano Pacifico.
Grazie al codice e al marchio sul contenitore e al fatto che la lattina di soda fa parte di un’edizione limitata, il team è riuscito a datare gli articoli tra il 1988 e il 1996. Durante l’esecuzione di un’analisi chimica e batterica di questi oggetti, gli scienziati hanno capito che “né la borsa né il contenitore hanno mostrato segni di frammentazione o degradazione“, spiega il biogeochimico Stefan Krause, dell’istituto di ricerca GEOMAR, in Germania.
Inoltre, il team ha anche osservato che, sebbene il contenitore e la borsa fossero di forma diversa e realizzati con diversi tipi di plastica, l’impatto sui batteri circostanti era lo stesso – la diversità microbica era molto meno nella plastica che nei sedimenti del fondali marini.
Mentre il lavoro per affrontare questo problema continua – oltre il 60% dei detriti galleggianti nell’oceano è di plastica – il passo successivo per questo team è un progetto che analizza in modo più dettagliato dove la plastica scartata finisce nell’oceano.
Lo studio è stato pubblicato l’11 giugno sulla rivista scientifica Scientific Reports.
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