Un team di ricercatori era impegnato nella perforazione di una piattaforma di ghiaccio in Antartide per campionare i sedimenti, quando hanno trovato qualcosa di davvero straordinario. Una roccia popolata di animali che non avrebbero dovuto essere lì.
Al centro della piattaforma di ghiaccio Filchner-Ronne, il geologo James Smith del British Antarctic Survey ha impiegato tre mesi per studiare la storia della piattaforma, e per continuare la sua indagine, aveva bisogno di sedimenti del fondo marino, che erano bloccati sotto quasi un chilometro di ghiaccio.
Per arrivarci, Smith e i suoi colleghi hanno dovuto sciogliere 20 tonnellate di neve per ottenere 20.000 litri di acqua calda, che hanno poi pompato nel ghiaccio attraverso un tubo calato in un pozzo. Ci sono volute 20 ore per sciogliere il ghiaccio centimetro dopo centimetro, riuscendo a raggiungere l’acqua sotto di esso.
Successivamente, i ricercatori hanno calato nel foro uno strumento per raccogliere i sedimenti, insieme a una videocamera GoPro. Ma per ben due volte, il raccoglitore di sentimenti è tornato vuoto in superficie.
Riesaminando il filmato, Smith ha identificato il problema. Il video mostra infatti una discesa attraverso un chilometro di ghiaccio verde-blu, che termina improvvisamente, aprendosi nell’acqua di mare scura e continua fino a quando il fondale non viene finalmente visualizzato. Appaiono per lo più sedimenti di colore chiaro, ma c’è anche qualcosa di scuro una roccia, e su di essa qualcosa di altamente improbabile: la vita.
Dal punto di vista geologico un colpo di sfortuna, dato che il team ha lavorato molto per calare il raccoglitore nell’unico punto dove non può raccogliere sedimenti. Come ha affermato lo stesso Smith: “è solo un grande masso nel mezzo di un fondale marino relativamente piatto. Non è come se il fondo del mare fosse disseminato di queste cose. Solo la sfortuna di trapanare nell’unico posto sbagliato.”
Ma dal punto di vista biologico è assolutamente il posto giusto. Un colpo di fortuna che ha una possibilità su un milione di verificarsi e permettere di trovare la vita in un ambiente che gli scienziati ritenevano non potesse supportarla.
Di questo aspetto si è occupato il collega di Smith, Huw Griffiths del British Antarctic Survey e autore principale di un nuovo studio pubblicato sulla rivista Frontiers in Marine Science. Analizzando il filmato, Griffiths ha notato una sorta di pellicola sulla roccia, probabilmente uno strato di batteri noto come tappeto microbico.
La roccia ospita inoltre una spugna e altri animali peduncolati che penzolavano dalla roccia, mentre sulla superficie vi erano spugne cilindriche più robuste. La roccia era anche rivestita di filamenti sottili, che potrebbero essere un componente delle stuoie batteriche, o forse un particolare animale noto come idroide.
Ora rimane da capire come sia possibile che su questa roccia isolata, immersa nel buio sotto un chilometro di ghiaccio e distante centinaia e centinaia di chilometri dalla probabile fonte di cibo più vicina, vi sia la vita. Inoltre si tratta di animali sessili che devono quindi fare affidamento su una fornitura abbastanza costante di cibo sotto forma di “neve marina”.
Ogni essere vivente che nuota nella colonna d’acqua sopra il fondale quando muore affonda nelle profondità e mentre i cadaveri scendono e si decompongono, altre creature li raccolgono e scagliano particelle, minuscoli bocconi che si accumulano anche sui fondali marini più profondi.
Ma sopra questa roccia non c’è una colonna d’acqua in cui brulica la vita, c’è infatti solo un chilometro di ghiaccio solido. Come possono dunque nutrirsi questi animali immobili sotto il ghiaccio?
I ricercatori pensano che sia probabile che il cumulo di questa neve si muova, grazie alle correnti, orizzontalmente invece che verticalmente. Osservando i grafici delle correnti vicino al sito di perforazione, i ricercatori hanno stabilito che ci sono regioni produttive tra 630 km e 1500 km di distanza. Secondo i ricercatori è possibile che abbastanza materiale organico sia trasportato da queste correnti per centinaia di chilometri per nutrire queste creature.
Se così fosse si tratterebbe di qualcosa di veramente straordinario, dato che il nutrimento dovrebbe muoversi lateralmente e per centinaia di chilometri per nutrire questa piccola roccia in mezzo al nulla.
Secondo alcuni ricercatori, tra cui Rich Mooi, curatore di zoologia e geologia degli invertebrati presso l’Accademia delle scienze della California, che ha studiato la vita marina dell’Antartide, considerando ciò che gli scienziati sanno sulle correnti intorno all’Antartide, questo movimento orizzontale del nutrimento, non è particolarmente inverosimile.
Inoltre nel sedimento che circonda la roccia, i ricercatori hanno anche notato increspature che sono tipicamente formate dalle correnti, rafforzando così la teoria secondo cui il cibo viene trasportato qui da un luogo lontano, grazie alle correnti.
I ricercatori però non sono riusciti a raccogliere campioni, quindi non possono ancora affermare di cosa esattamente si stiano nutrendo queste spugne e le altre creature. Inoltre Griffiths ed il suo team non possono ancora escludere che ci siano anche creature mobili come pesci e crostacei attorno alla roccia. “La telecamera non ne ha intravisto nessuno, ma ciò non esclude che non ve ne siano. Quindi non è chiaro se gli animali sessili affrontino un qualche tipo di predazione.”
Un altro punto da chiarire è come questi animali stazionari siano arrivati sin lì e stabilire quale sia la loro età. Le spugne antartiche sono note per vivere anche migliaia di anni, quindi è possibile che questo sia un ecosistema davvero antico.
È altrettanto importante poi, stabilire se l’ecosistema di questa roccia sia un’aberrazione o se tali ecosistemi siano effettivamente comuni sotto il ghiaccio. Forse si tratta di una caratteristica regolare del fondo marino sotto le piattaforme di ghiaccio dell’Antartide.
Ph. Credit: Dr. Huw Griffiths / British Antartic Survey
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