Un nuovo studio geologico ha portato alla luce un’importante scoperta: antiche rocce vulcaniche conservano tracce di un improvviso raffreddamento climatico avvenuto intorno al VI secolo d.C. Secondo i ricercatori, questa “mini era glaciale” potrebbe aver giocato un ruolo cruciale nel crollo dell’Impero Romano d’Occidente, già segnato da guerre, instabilità politica e crisi economica.
L’ipotesi è che una serie di eruzioni vulcaniche — tra le più potenti degli ultimi millenni — abbiano immesso enormi quantità di polveri e gas solforosi nell’atmosfera. Questi agenti riflettevano la luce solare, provocando un repentino calo delle temperature globali. Le rocce vulcaniche analizzate, provenienti da strati geologici di quell’epoca, raccontano proprio questo: una drastica variazione climatica.
I geologi hanno esaminato campioni provenienti da Islanda, Groenlandia e Alpi. La datazione al radiocarbonio e l’analisi degli isotopi mostrano un picco anomalo di particelle legate ad attività vulcanica e un successivo abbassamento delle temperature medie. I ghiacciai avanzarono, i raccolti fallirono e la fame si diffuse rapidamente.
In un impero già in crisi, un collasso agricolo avrebbe avuto effetti devastanti. La penuria di cibo aumentò il malcontento, accentuò le migrazioni dei popoli germanici e favorì il crollo delle strutture di potere. Le carestie documentate nei testi storici, un tempo attribuite solo a guerre e malgoverno, potrebbero avere radici climatiche molto più profonde.
Oltre alle rocce, anche gli alberi confermano il racconto del clima: gli anelli di crescita degli alberi europei mostrano una riduzione significativa proprio tra il 536 e il 550 d.C. Un indizio in più a favore dell’ipotesi che un’improvvisa glaciazione abbia messo in ginocchio l’Europa tardo-antica.
Il periodo è ormai noto tra gli studiosi come “il peggior anno della storia”, con il 536 d.C. descritto da cronisti bizantini come un tempo senza sole. Neve in estate, nebbia per mesi, carestie ovunque: la Terra sembrava impazzita. E la politica non riusciva a reagire a una crisi così fuori controllo.
Queste scoperte rafforzano il concetto che il clima sia stato — e sia ancora oggi — un attore silenzioso ma decisivo nella storia umana. L’archeoclimatologia, una disciplina giovane, permette di unire fonti geologiche e storiche per ricostruire eventi che hanno cambiato il mondo.
Comprendere come le civiltà antiche abbiano affrontato (o fallito nell’affrontare) i cambiamenti climatici può offrirci preziose lezioni oggi. La storia della caduta di Roma non è solo un racconto di battaglie e imperatori, ma anche di clima, resilienza e fragilità umana di fronte alla natura.
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