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Antichi virus e malattie mentali: le connessioni nascoste nel nostro DNA

Negli ultimi anni, la ricerca scientifica ha rivelato connessioni sorprendenti tra antichi virus e malattie mentali. Questi studi hanno evidenziato come infezioni virali ancestrali possano influenzare la nostra genetica e, di conseguenza, il nostro benessere mentale. I virus, che sono stati parte integrante dell’evoluzione umana, hanno lasciato tracce nel nostro DNA che possono contribuire all’insorgenza di diverse patologie psichiatriche. Questa scoperta fa luce sui complessi fattori genetici che influenzano la salute mentale.

Una nuova ricerca ha scoperto che migliaia di sequenze di DNA originate da antiche infezioni virali sono espresse nel cervello, alcune delle quali contribuiscono alla suscettibilità a disturbi psichiatrici come la schizofrenia, il disturbo bipolare e la depressione. Circa l’8% del nostro genoma è costituito da sequenze chiamate retrovirus endogeni umani (HERV), che sono il prodotto di antiche infezioni virali avvenute centinaia di migliaia di anni fa. Fino a poco tempo fa si presumeva che questi “virus fossili” fossero semplicemente DNA spazzatura, senza alcuna funzione importante nel corpo.

 

Malattie mentali, antichi virus nel DNA sono strettamente collegati

La schizofrenia è una malattia mentale complessa caratterizzata da sintomi psicotici, come allucinazioni e deliri. Numerose ricerche hanno indicato che i HERV potrebbero giocare un ruolo nell’eziologia della schizofrenia. Un’analisi del 2019 ha rilevato una maggiore espressione di HERV-W in pazienti schizofrenici rispetto a individui sani. Questo suggerisce che l’attivazione di specifici retrovirus endogeni potrebbe contribuire alla patogenesi della malattia, forse attraverso la modulazione del sistema immunitario o la perturbazione dei circuiti cerebrali.

Anche il disturbo bipolare, caratterizzato da oscillazioni dell’umore che vanno dalla depressione alla mania, è stato associato ai retrovirus endogeni. Alcuni studi hanno evidenziato una correlazione tra l’attivazione di HERV e episodi maniacali nei pazienti bipolari. La ricerca continua a esplorare come questi virus possano influenzare i processi neurobiologici sottostanti, contribuendo a svelare nuovi bersagli terapeutici. La presenza di sequenze virali nel nostro genoma non è un fenomeno casuale. Questi antichi virus hanno co-evoluto con i nostri antenati, influenzando la selezione naturale e modellando la nostra genetica. Ad esempio, alcune sequenze HERV possono avere funzioni regolatorie, influenzando l’espressione di geni associati al sistema immunitario. Tuttavia, questa integrazione virale ha un costo: in determinate condizioni, le sequenze virali possono riattivarsi e contribuire a malattie complesse, inclusi i disturbi mentali.

La riattivazione di HERV non è determinata solo da fattori genetici, ma anche da stimoli ambientali. Infezioni virali acute, stress, e altre condizioni possono attivare questi antichi virus. Ad esempio, infezioni da virus come l’herpes simplex possono indurre la riattivazione di HERV, creando un’interazione complessa tra infezioni recenti e antichi retrovirus. Questo intreccio di fattori genetici e ambientali può aumentare il rischio di sviluppare malattie mentali.

 

Nuove speranze ai pazienti resistenti alle terapie tradizionali

La comprensione del ruolo dei retrovirus endogeni nelle malattie mentali apre nuove possibilità per il trattamento. Se l’attivazione di HERV contribuisce a patologie psichiatriche, allora inibire questa attivazione potrebbe essere una strategia terapeutica efficace. Attualmente, la ricerca sta esplorando l’uso di farmaci antivirali e modulatori del sistema immunitario per trattare i disturbi mentali associati all’attivazione di HERV. Questi approcci potrebbero offrire nuove speranze ai pazienti resistenti alle terapie tradizionali.

L’idea che antichi virus possano influenzare la nostra salute mentale rappresenta una frontiera affascinante e promettente della medicina moderna. Mentre la ricerca è ancora in una fase iniziale, le evidenze accumulatesi suggeriscono un legame significativo tra l’attivazione di retrovirus endogeni e malattie mentali. Comprendere queste connessioni potrebbe rivoluzionare il nostro approccio alla diagnosi e al trattamento dei disturbi psichiatrici, offrendo nuove opportunità per migliorare la qualità della vita di milioni di persone nel mondo.

Immagine di kjpargeter su Freepik

Marco Inchingoli

Nato a Roma nel 1989, Marco Inchingoli ha sempre nutrito una forte passione per la scrittura. Da racconti fantasiosi su quaderni stropicciati ad articoli su riviste cartacee spinge Marco a perseguire un percorso da giornalista. Dai videogiochi - sua grande passione - al cinema, gli argomenti sono molteplici, fino all'arrivo su FocusTech dove ora scrive un po' di tutto.

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