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L’apnea notturna e il decadimento cognitivo

Il sonno è fondamentale per il nostro corpo, per mantenere gli equilibri soprattutto mentali. Purtroppo ci sono molti disturbi in grado di ridurne pesantemente la qualità e tra questi c’è l’apnea ostruttiva del sonno (OSA). Gli effetti diretti sono soprattutto mal di testa, russamento forte e altri problemi di salute. Secondo uno studio recente, può anche causare un declino delle capacità cognitive a un’età più precoce.

L’apnea in sé è causata dal rilassamento dei muscoli della gola che a loro volta impediscono ai polmoni di ricevere aria durante il sonno. Di fatto l’OSA è una condizione medica grave che aumenta il rischio di complicanze come le malattie cardiache, ma è trattabile. Da tempo associata a problemi cognitivi, disturbi psichiatrici tra cui la depressione e malattie neurodegenerative come l’Alzheimer.

 

Gli effetti sulle facoltà mentali dell’apnea notturna

Un piccolo studio condotto su 27 uomini con una diagnosi di OSA di lieve o grave entità, e senza altre patologie legate ad essa, ha portato alla luce punteggi più bassi nei test cognitivi rispetto al gruppo di controllo formato da uomini che non soffrono di apnea notturna. Si parla soprattutto dell’attenzione sostenuta, delle funzioni esecutive, della memoria visiva a breve termine e del riconoscimento sociale ed emotivo.

Le parole dei ricercatori: “I nostri risultati suggeriscono che processi distinti guidati dall’OSA possono essere sufficienti affinché i cambiamenti cognitivi si verifichino già nella mezza età, in individui altrimenti sani. Questa complessa interazione è ancora poco conosciuta, ma è probabile che porti a cambiamenti neuroanatomici e strutturali diffusi nel cervello e deficit funzionali cognitivi ed emotivi associati”.

Giacomo Ampollini

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