Quando l’emergenza legata al coronavirus era praticamente circoscritta alla sola Cina, Apple aveva fatto chiudere tutti i negozi all’interno del paese. Tenerli aperti sarebbe stato inutile. Allo stesso modo, il colosso statunitense ha deciso di fare lo stesso anche al di fuori, perlomeno fino al 27 marzo, sempre nel tentativo di ridurre il contagiato del Covid-19.
I numeri stanno crescendo in quasi tutti i paesi del mondo, dagli Stati Uniti a molti di quelli europei. Si tratta di 500 negozi ufficiali sparsi per 24 paesi i quali chiuderanno, mentre i 42 esercizi cinesi sono stati riaperti anche se il lavoro sta riprendendo gradualmente, anche se molti dei dipendenti lavoreranno da remoto, dov’è possibile. Al tempo stesso, i dipendenti di tutti i negozi chiusi continueranno a essere pagati.
Apple e coronavirus
Le parole di Tim Cook, CEO del colosso: “Una di quelle lezioni è che il modo più efficace per ridurre al minimo il rischio di trasmissione del virus è quello di ridurre la densità e massimizzare la distanza sociale. Poiché i tassi di nuove infezioni continuano a crescere in altri luoghi, stiamo adottando ulteriori misure per proteggere i membri del nostro team e i nostri clienti. La diffusione globale di COVID-19 sta interessando ognuno di noi.”
Un altro aspetto che comunque sta in un certo senso favorendo questa scelta è il fatto che la produzione industriale è rallentata. Questo ha implicato la riduzione delle forniture, sia per in vista della costruzione di massa dei modelli, sia per la consegna di pezzi di ricambio per le riparazioni.