Una parte del lato nascosto della Luna si profila appena oltre la navicella Orion in questa immagine scattata il sesto giorno della missione Artemis I da una telecamera sulla punta di uno dei pannelli solari di Orion. Il veicolo spaziale è entrato nella sfera di influenza lunare domenica 20 novembre, rendendo la Luna, invece della Terra, la principale forza gravitazionale che agisce sul veicolo spaziale. Lunedì 21 novembre, è arrivato entro 80 miglia dalla superficie lunare, l'approccio più vicino della missione Artemis I senza equipaggio, prima di spostarsi in una lontana orbita retrograda attorno alla Luna. Ph. Credit: NASA - Artemis I
Nell’ottavo giorno missione Artemis I, la navicella Orion continua a viaggiare allontanandosi dalla Luna mentre si prepara ad entrare in una lontana orbita retrograda. Ovvero un orbita che si trova ad un’altitudine elevata rispetto alla superficie della Luna, e che Orion percorrerà nella direzione opposta alla direzione in cui la Luna viaggia intorno alla Terra.
Preparandosi ad entrare oggi in questa orbita, Orion è uscita dalla sfera di influenza gravitazionale della Luna il 23 novembre alle 04:49, ora italiana, mentre si trovava ad un’altitudine lunare di oltre 64300. Il veicolo spaziale raggiungerà la sua massima distanza dalla Luna proprio oggi, poco prima di eseguire la prossima manovra per immettersi nell’orbita retrograda.
L’inserzione dell’orbita retrograda distante è la seconda di un paio di manovre necessarie per spingere Orion nell’orbita altamente stabile che le permetterà di avere un consumo minimo di carburante durante il suo viaggio intorno alla Luna.
Tutto sembra dunque procedere bene, nonostante la paura per la perdita di segnale, fortunatamente breve, avvenuta ieri. Il Mission Control Center della NASA presso il Johnson Space Center dell’agenzia a Houston ha infatti perso inaspettatamente i dati da e verso il veicolo spaziale per circa 47 minuti durante la riconfigurazione del collegamento di comunicazione tra Orion ed il Deep Space Network.
Fortunatamente il team ha velocemente risolto il problema ed il veicolo spaziale rimane in una configurazione ottimale. Nel frattempo gli ingegneri del team di Artemis I, analizzano i dati per determinare la causa della perdita di segnale.
Durante il transito verso la lontana orbita retrograda, gli ingegneri hanno condotto la prima parte del test di volo per ottenere dati fondamentali sullo slosh, ovvero lo sciabordio del propellente nel serbatoio. Si tratta di un test che richiede l’attivazione dei propulsori del sistema di controllo quando i serbatoi di propellente vengono riempiti a diversi livelli.
Gli ingegneri misurano l’effetto che lo sciabordio del propellente ha sulla traiettoria e sull’orientamento del veicolo spaziale mentre Orion si muove nello spazio. Il test viene eseguito dopo il flyby burn in uscita e di nuovo dopo il flyby burn di ritorno per confrontare i dati in punti della missione con diversi livelli di propellente a bordo.
Si tratta di un test molto importante per la missione Artemis I, in quanto il movimento del propellente nello spazio è difficile da modellare nei laboratori sulla Terra perché il propellente liquido si muove in modo diverso nei serbatoi nello spazio rispetto alla Terra, a causa della mancanza di gravità.
E mentre Orion lascia la Luna, invia alcune delle fantastiche immagini che ha scattato alla superficie lunare durante il suo passaggio ravvicinato del 21 novembre. Ve ne proponiamo solo alcune, ma nella gallery ufficiale di Artemis I potrete trovare molte altre immagini e video emozionanti.
Immagine di copertina: NASA – Artemis I
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