Antichi fossili marini hanno portato gli scienziati fare una scoperta significativa: l’innalzamento del livello del mare potrebbe aver contribuito a prevenire il riscaldamento globale 14 milioni di anni fa, evitando un’estinzione di massa. I ricercatori dell’Università di Cardiff hanno infatti studiato fossili risalenti all’ultimo periodo storico in cui era nota l’incidenza del riscaldamento globale: il Medio Miocene, in cui vi fu un aumento del livello di attività vulcanica che causò un aumento delle temperature globali.
In quel periodo i mari erano pieni di vita e la cosa ha spiazzato i geologi, stando alle dichiarazioni del team di ricerca di Cardiff. Il team afferma che i loro risultati suggeriscono che gli effetti più significativi del fenomeno siano stati mitigati dall’innalzamento del livello del mare, causato da temperature globali sempre più elevate. L’aumento della temperatura di 12 gradi che si pensa sia intervenuto in quel periodo è simile all’aumento previsto per il 2100 se non dovesse cambiare nulla nei livelli di emissione del carbonio.
I ricercatori sostengono che un ruolo significativo fu svolto da uno spesso strato roccioso ricco di petrolio, noto come “formazione di Monterey“, lungo tutta la costa della California. “Il nostro pianeta è già andato incontro ad aumenti delle temperature così impattanti molto tempo fa“, ha dichiarato Carrie Lear, scienziata che ha partecipato allo studio. “Possiamo usare antichi fossili per aiutarci a comprendere come funziona il sistema climatico in questo controverso periodo storico“. Lear e il suo team hanno utilizzato i fossili marini prelevati dai sedimenti presenti negli oceani Pacifico, Atlantico e Indiano al fine di rilevare la temperatura e i livelli di carbonio dell’acqua di mare.
Essi hanno scoperto che massicce eruzioni vulcaniche rilasciarono grandi quantità di CO2 nell’atmosfera e innescarono un abbassamento vertiginoso del pH degli oceani. “Con l’aumento della temperatura globale anche il livello del mare è aumentato, allagando vaste aree continentali“, ha affermato Lear. Ciò ha innescato un fenomeno geologico in grado di trattenere grandi quantità di carbonio, accumulatisi anche negli organismi marini seppelliti dai sedimenti.
“L’elevata attività degli ecosistemi marini e l’interramento del carbonio hanno contribuito a rimuovere parte dell’anidride carbonica dai vulcani“, ha affermato Sindia Sosdian, coautrice dello studio. “Questo ha mitigato alcuni, ma non tutti, degli effetti climatici associati all’emissione di CO2 vulcanica. Oggi, la presenza della calotta glaciale antartica e il rilascio relativamente lento di anidride carbonica hanno minimizzato l’entità del cambiamento ambientale“, ha affermato Sosdian.
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