Al piombo, spesso, è data la colpa della caduta dell’Impero Romano. Le condutture dell’acqua di piombo, i piatti da cucina di piombo e gli utensili di piombo hanno avvelenato i Romani inconsapevoli, causando loro danni neurologici, disturbi della fertilità e altri problemi.
Ma un team di ricercatori, ai quali si deve l’aver pubblicato uno studio sulla rivista Toxicology Letters, affermano che la teoria potrebbe essere sbagliata. Studiando un frammento di 40 milligrammi di un antico tubo di piombo di Pompei – distrutta dall’eruzione del Vesuvio quasi 2.000 anni fa – i ricercatori hanno scoperto l’antimonio, una sostanza chimica ancora più tossica del piombo.
Dato che l’interno dei tubi di piombo calcifica rapidamente, formando una barriera tra il piombo velenoso e l’acqua potabile che scorre attraverso il tubo stesso, l’antimonio potrebbe essere stato il vero colpevole nell'”abbattere” una delle più grandi civiltà del mondo. Lo conferma Kaare Lund Rasmussen, un coautore dello studio ed esperto di chimica archeologica presso l’Università del Sud della Danimarca. “Questa è la prima volta che constatiamo come sia possibile che siano morti per avvelenamento da antimonio, anzichè piombo”, ha spiegato il ricercatore.
Sostanza metallica grigia utilizzata per la fabbricazione di alcune batterie al piombo, per strumenti di elettronica e altri prodotti, l’antimonio è particolarmente comune nelle acque sotterranee nei pressi dei vulcani. Quindi, Rasmussen ha dichiarato che è fondamentale ora analizzare i tubi in altre città romane. E, anzi, aggiunge che si aspettava che i ricercatori italiani, con una maggiore possibilità di accesso ai siti archeologici romani, avrebbero condotto questa inchiesta. “È solo un campione“, ha detto Rasmussen. “Sappiamo che dovremmo misurarne di più“.
Ma non c’è dubbio che i pompeiiani siano stati vittime dell’antimonio, che provoca rapidamente vomito, diarrea e disidratazione, a differenza dell’avvelenamento da piombo che può richiedere mesi o addirittura anni per svilupparsi. L’avvelenamento grave può anche danneggiare il fegato e i reni e provocare l’arresto cardiaco.
Rasmussen e i suoi colleghi ha indagato le tracce chimiche di altre epoche storiche. Questa recente ricerca rivela implicazioni molto più grandi. “È il declino dell’Impero Romano nel 476“, conclude lo studioso.