Nato dalla subcultura New Age, il concetto di “bambino indaco” indica una generazione particolari di bambini in grado di sfruttare abilità soprannaturali come la telepatia. Questi sono stati protagonisti di storie di fantasia sin dagli anni ’70 raccontate nel tempo mediante vari media che vanno dai libri all’ambito cinematografico. La scienza ovviamente non riconosce tale fenomeno né tanto meno attribuisce credibilità alla loro esistenza. Ma il termine “bambino indaco” sussiste ancora, e spesso viene usato dai genitori come alternativa per nascondere reali problematiche psicologiche del bambino. Infatti tutte le caratteristiche dei bambini indaco portano indubbiamente a pensare ad un disturbo da deficit di attenzione e iperattività.
Questo atteggiamento nei confronti del bambino può essere in realtà molto pericoloso. Elogiare un bambino trattandolo come “un essere speciale” o elevandolo rispetto gli altri bambini per caratteristiche che possono sembrare all’apparenza delle qualità superiori, come un’intelligenza sopra la norma o una spiccata creatività, non fa altro che nascondere un reale problema che potrebbe invece essere affrontato. La definizione di “bambino indaco” nasce proprio da questo ragionamento, vedere nei sintomi di una patologia qualcosa di bello evitando di guardare il problema dritto in faccia. Nascondersi dietro un termine inesistente e frutto semplicemente di fantasia.
Ma quindi come possiamo identificare un presunto “bambino indaco” e dunque un probabile caso di disturbo da deficit di attenzione e iperattività? Normalmente questi bimbi sono particolarmente empatici, curiosi, dotati di una spiccata creatività, tendono ad essere percepiti come strani di fronte ad amici e parenti, e spesso sono dotati di grande intelligenza e capacità intuitive. Non percepiscono distanze di età tra loro e gli adulti che li circondano, cosa che può essere confusa con mancanza di rispetto, in realtà amano semplicemente stare al centro dell’attenzione e spesso la pretendono. Questi bambini inoltre impongono i loro giochi, i loro racconti e i loro bisogni innalzandoli al di sopra di tutto e tutti senza timore.
Altre caratteristiche dei “bambini indaco” sono i problemi con l’autorità, che sia questa dei genitori o degli insegnanti. Non amano gli ordini e possono diventare molto irritabili e sentire un profondo disagio se li si sgrida senza spiegargli il perché ci si dovrebbe comportare in un certo modo. Inoltre sono iperattivi, non amano aspettare, si alzano da tavola prima di tutti, odiano le file e se sono costretti ad attendere reagiscono diventando irrequieti, muovendo ritmicamente gli arti e straparlando attirando l’attenzione delle persone che li circondano. Normalmente questi bambini danno frutto a questi sintomi per via di abusi emotivi in famiglia o perché cresciuti da genitori narcisisti.
Nonostante questi bambini amino stare al centro dell’attenzione spesso si sentono profondamente soli, non vengono capiti né dai propri coetanei e nemmeno dai propri genitori o parenti. Se ci troviamo di fronte ad un caso simile, se avete figli o nipoti che combaciano con il profilo appena delineato è importante non tardare una corretta diagnosi e trattamento che potrebbe aiutare il bambino, e per ciò affrontare direttamente il problema. I “bambini indaco” non esistono, ma i disturbi mentali sono reali. C’è da riconoscerlo, definire un proprio figlio dotato in un particolare ambito è sempre meglio che accettare invece un disturbo di tipo mentale. Affrontare un problema non è un male, lo è di più il non voler guardare o accettare una patologia, soprattutto se chi soffre è qualcuno che amiamo.
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