La banda larga in Italia sta accumulando forti ritardi, sia per la cronica confusione e disorganizzazione che contraddistingue le nostre istituzioni, sia per i tanti interessi -economici e commerciali – in gico. Ovviamente, un titolo, in negativo avremmo potuto vincerlo: siamo tra i Paesi in cui la Digital divide (divario esistente tra chi ha accesso effettivo alle tecnologie dell’informazione) è più alta. Eppure siamo il Paese con quasi il miglior titolo in fatto di digital divide.
Costosi ritardi, esserne sprovvisti è un costo
Esattamente, non soli costi economici o di “mancato guadagno” ma anche costi sociali, e se pensate che stia esagerando ne riparliamo alla fine di questo post.
Siamo già vecchi
Altra affermazione assolutamente veritiera, anche per quelli che abitano nelle grandi città e si pavoneggiano di avere la fibra. Se vi dicessi che il loro “cablaggio” è vecchio? si, perché la rete in fibra per la maggior parte viene cablata fino al primo “armadio” utile, proseguendo poi in casa vostra con il rame. Certo la velocità è assolutamente buona rispetto ai miei “finti” 7 mega… navigate a 20 Mbit? Sappiate che fra qualche anno (davvero pochi) i vostri 20 non basteranno più.
Al cablaggio in fibra ci pensa Enel,forse
Ve ne avevamo già parlato (potete rileggere qui)della proposta di Enel di sfruttare l’occasione della sostituzione dei contatori per portare la fibra dagli armadi fino dentro casa, eliminando l’intermediazione del rame. Certo è che se non ci sono i cablaggi in fibra negli armadi il sogno sfuma. Velocemente, molto velocemente.
Ma perché tutto questo ritardo?
Una domanda, tante, troppe risposte. La più semplice? la presenza di troppi attori nel mercato che propongono di costruire i cablaggi. Il risultato è un paese cablato a macchie. E’ mancato un coordinatore , o un soggetto che potesse coordinare i progetti di cablaggio. Ne sarebbe risultatata una copertura molto più vasta, intelligente e forse meno costosa. Si perché quando parliamo di costi è il consumatore finale, o utente a doversene sobbarcare perché tutte le società sono , logicamente, business oriented. Credo sia questa la motivazione principale del ritardo: il margine di guadagno. E probabilmente chi ha fatto i conti non ha calcolato i vantaggi futuri sul proprio pallottoliere.
Paesi del nord, l’esempio che dovevamo seguire…
Forse eravamo impegnati in altro, ma sta di fatto che la fibra poteva essere una soluzione che avrebbe di certo alzato il pil. E non lo dico a caso. Dovessi aprire una nuova azienda (e creare occupazione) non la vado a creare dove l’accesso alla rete è possibile solo con il modem a toni. Seriamente, ad Ottobre arriva (finalmente) Netflix. Se si fosse insediata in Italia con i suoi server il business sarebbe crollato. A proposito di Netflix, siamo sicuri che tutti possano usufruirne? Torno in tema facendo l’esempio dei paesi del Nord. Li i cablaggi li hanno fatti i Comuni, hanno investito soldi pubblici locali per poi appaltarne la gestione alle telco. Risultato? fibra-in-casa-per-tutti e ad un quarto del costo di una linea adsl in rame italiana. Arrabbiatevi, potete.
Banda larga e qualità della vita.
Restiamo al nord. Vi faccio solo qualche esempio di servizi disponibili online, oltre a quelli con il quale il governo si interfaccia con i cittadini, semplificando veramente e non per finta. Gli ospedali si intrecciano con i pazienti a casa, la sorveglianza agli anziani si fa su internet, le server farm più grandi si sono costituite li. Mi fermo.