Sempre più spesso i batteri presenti nel nostro organismo sono collegati al morbo di Alzheimer. Si parla spesso della flora batterica intestinale, ma non solo. Senza andare a scomodare eventuali organismi estranei che posso avere corsie preferenziali fino al cervello, come mettersi le dita nel naso, anche la bocca presenta un’importanza specifica. Secondo un nuovo, la lingua e le gengive possono influenza in modo significato il funzionamento del cervello.
Un nuovo studio ha di fatto collegato il microbioma orale alla salute del suddetto organo. Ci sono batteri che potrebbero aiutare la memoria e la capacità di pensiero, ma ce ne sono altri in grado di favorire un declino cognitivo importante. Per quelli positivi, sono stati circoscritti due gruppi specifici ovvero Neisseria e Haemophilus. Entrambi sono a loro volta collegati a un alto consumo di verdure.
I batteri della bocca e l’Alzheimer
Al tempo, è stato anche individuato un gruppo di batteri malevolo, il Porphyromonas che di fatto è associato già a malattie gengivali, ma è stato visto con più frequenza in individui con problemi di memoria. A questo si aggiunge anche il gruppo Prevotella che è comune in persone con una mutazione associata a un maggiore rischio di sviluppare il morbo di Alzheimer.
Le parole dei ricercatori: “Le implicazioni di questa ricerca sono profonde. Se alcuni batteri supportano la salute cerebrale mentre altri contribuiscono al declino, allora i trattamenti per modificare l’equilibrio dei batteri nella bocca potrebbero essere parte di una soluzione per prevenire la demenza. Sebbene siamo ancora nelle prime fasi della comprensione degli intricati collegamenti tra i batteri della bocca e il cervello, le nostre scoperte forniscono una solida motivazione per ulteriori ricerche.”