I cambiamenti climatici sono un problema molto serio a cui ancora non viene data abbastanza importanza, con possibili conseguenze future che possono essere catastrofiche. Intanto, i primi risultati sull’ambiente appaiono già evidenti. Le temperature sono sempre più calde, e ciò porta al rapido scioglimento dei ghiacciai ed allo sbiancamento delle barriere coralline, come successo a marzo con quella dell’Australia, dove oltre il 60% ha subito uno sbiancamento moderato ed in alcune zone anche grave. In questa situazione si rischia la morte di tutti i coralli.
I cambiamenti climatici e l’ossigeno causano la morte dei coralli
Sebbene i cambiamenti climatici in generale giocano un ruolo fondamentale per lo sbiancamento delle barriere coralline, un recente studio ha mostrato che un altro grande nemico è l’ossigeno, visto che la mancanza di esso nelle acque non permette una rigenerazione dei coralli e quindi la loro definitiva morte.
“Sappiamo che gli effetti nocivi del riscaldamento e della deossigenazione influiscono probabilmente gli uni sugli altri”, ha dichiarato Hughes, ricercatore presso la University of Technology Sydney’s Climate Change Cluster, a Mongabay. Questo avviene perché, sebbene con l’acqua fredda l’ossigeno è presente in grandi quantità, con il riscaldamento dei mari si viene a creare un problema di deossigenazione con ripercussioni anche gravi sui coralli.
“Quando si verificano episodi di sbiancamento simili a causa dell’elevata temperatura dell’acqua, è sicuramente possibile che la risposta allo stress delle comunità coralline sia influenzata anche dalla deossigenazione”, ha dichiarato Hughes. “L’altro aspetto da considerare è il fatto che la morte dei coralli causata dallo sbiancamento (o di qualsiasi altro organismo che si trova nell’acqua) comporta anch’essa un consumo di ossigeno a causa dell’attività dei batteri sulla materia organica in decomposizione e ciò innesca un effetto a catena”.