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Campo magnetico: la Terra rischiò di perderlo milioni di anni fa

Anche se fondamentalmente invisibile il campo magnetico è un tassello fondamentale del nostro pianeta. La sua origine è da ricercare nel metallo solido e fuso che si muove al centro della Terra mentre se fosse visibile ad occhio nudo apparirebbe come delle onde che si congiungo ai poli e si allargano nello spazio. Tra le tante utilità uno delle principali è quella di fare da schermo per le pesanti e pericolose radiazioni solari.

Apparentemente, almeno secondo uno studio pubblicato settimana scorsa su Nature Geoscience, la Terra ha rischiato di perdere tale campo, questa protezione. Se fosse effettivamente sparito ci sarebbe stato un effetto a catena che avrebbe visto la sparizione dell’atmosfera e l’annientamento di qualsiasi organismo presente per via delle radiazioni.

 

Solidificato nel momento giusto

Il collasso venne scampato verso il periodo noto come Ediacarano nel quale il metallo iniziò a solidificarsi, in parte, creando un nucleo spesso. Così facendo il campo magnetico divenne più potente e tale potenza crebbe fino ai giorni nostri; si calcola che attualmente risulta essere 10 volte più forte di sempre il processo non è finito però e questo per via proprio della conformazione di tutto il sistema.

Il metallo presente, una lega di ferro e nichel, presenta una temperatura di 5.430 gradi celsius, ma il nucleo solido risulta essere più freddo. Col passare dei secoli questa differenza di temperatura la sta dando vinta alla parte solida che sta aumentando mentre quella liquida continua a muoversi. Questo processo fa si che il calore viene spinto verso l’esterno dando più forza al campo magnetico.

Durante quel periodo in ogni caso l‘irradiamento dal sole sarà risultato maggiore e quindi non tutti gli organismi sono sopravvissuti, almeno secondo le teorie più accreditate.

Giacomo Ampollini

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