Nelle foreste del Canada settentrionale, il sottobosco è ricoperto di licheni delle renne. Somigliano a muschio fatto di piccoli rami grigi, ma sono più strani di quanto sembri: si tratta di organismi compositi, un fungo e un’alga che vivono in simbiosi. Essi costituiscono una parte importante della dieta delle renne, e la foresta se ne serve per trasportare le sostanze nutritive nell’ecosistema.
Aneddoto curioso: almeno in alcune parti del Quebec, questi bizzarri organismi si accoppiano più spesso di quanto gli scienziati si aspettassero. In un nuovo studio apparso sull’American Journal of Botany, i ricercatori dimostrano che i licheni delle renne si caratterizzano per gli elevati livelli di diversità genetica, il che significa che i licheni si sono mescolati tra loro più di quanto gli scienziati avrebbero immaginato. Marta Alonso-García, autrice principale dell’articolo e borsista presso l’Université-Laval del Quebec, spiega che gli studiosi sono rimasti sorpresi perché questa specie di lichene delle renne è sempre stata considerata principalmente una specie clonale che si riproduce in forma asessuata, ma lo studio dimostra che non segue il modello previsto.
In realtà, i licheni delle renne possono riprodursi sessualmente tramite spore, oppure asessualmente. Quando i funghi si riproducono sessualmente, inviano strutture simili a radici verso un fungo vicino fino a toccarlo, momento in cui si scambiano informazioni genetiche. Quindi, entrambi i funghi rilasciano spore contenenti materiale genetico, che viaggiano nel vento e si disperdono. Quando si posano, iniziano a crescere e producono un nuovo fungo geneticamente diverso dai suoi genitori. La riproduzione clonale asessuata, invece, prevede l’asportazione di un pezzo del lichene (fungo e alga) e la sua ricrescita in un organismo geneticamente identico al suo genitore.
I due metodi riproduttivi hanno diversi vantaggi. Felix Grewe, codirettore del Grainger Bioinformatics Center del Field Museum e coautore dello studio, spiega che la riproduzione sessuale è molto costosa e difficile, ma molti organismi utilizzano questo metodo perché, fra i numerosi vantaggi che offre, la miscelazione dei tratti genetici permette di eliminare le mutazioni negative a lungo termine.
Ph. credits: Foto di Marta Alonso-García via Phys.org
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