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Carne rossa, bisogna veramente mangiarne di meno?

Funzionari della sanità pubblica da anni hanno sollecitato le persone a limitare il consumo di carne rossa e carni trasformate a causa delle preoccupazioni che questi alimenti siano collegati a malattie cardiache, cancro e altri mali. Ma lunedì, in una svolta straordinaria, una collaborazione internazionale di ricercatori ha prodotto una serie di analisi per concludere che il consiglio, fondamento di quasi tutte le linee guida dietetiche, non è supportato da buone prove scientifiche.

Se ci sono benefici per la salute dal mangiare meno carne di manzo e maiale, sono piccoli, hanno concluso i ricercatori. In effetti, i vantaggi sono così deboli che possono essere individuati solo quando si guardano grandi popolazioni, hanno detto gli scienziati, e non sono sufficienti a dire alle persone di cambiare le proprie abitudini alimentari.

“La certezza delle prove per queste riduzioni del rischio era da bassa a molto bassa”, ha affermato Bradley Johnston, epidemiologo presso la Dalhousie University in Canada e leader del gruppo che pubblica la nuova ricerca sugli Annals of Internal Medicine.

 

La carne rossa non è così malvagia come si dice

Le nuove analisi sono tra le più vaste di tali valutazioni mai tentate e possono influenzare le future raccomandazioni dietetiche. In molti modi, sollevano domande scomode sulla consulenza dietetica e sulla ricerca nutrizionale e su che tipo di standard dovrebbero essere rispettati questi studi. Già sono stati accolti con feroci critiche dai ricercatori di salute pubblica. L’American Heart Association, l’American Cancer Society, la Harvard T.H. Chan School of Public Health e altri gruppi hanno salvato le scoperte e la rivista che le ha pubblicate.

Alcuni hanno chiesto agli editori della rivista di ritardare del tutto la pubblicazione. In una dichiarazione, gli scienziati di Harvard hanno avvertito che le conclusioni “danneggiano la credibilità della scienza della nutrizione ed erodono la fiducia del pubblico nella ricerca scientifica”.

Il Comitato dei medici per la medicina responsabile, un gruppo che sostiene una dieta a base vegetale, ha presentato mercoledì una petizione contro la rivista presso la Federal Trade Commission. Il Dr. Frank Sacks, ex presidente del comitato nutrizionale dell’American Heart Association, ha definito la ricerca “fatalmente imperfetta”.

Sebbene le nuove scoperte possano piacere ai sostenitori delle diete popolari ad alto contenuto proteico, sembrano certamente aggiungere alla costernazione pubblica per i consigli dietetici che sembrano cambiare ogni pochi anni. Le conclusioni ne rappresentano un’altra in una serie di sconvolgenti cambiamenti dietetici che coinvolgono sale, grassi, carboidrati e altro.

 

Francesco Borea

Studente universitario Appassionato di tecnologia

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