Foto di didier aires da Pixabay
Un recente caso di influenza aviaria H5N1 negli Stati Uniti ha sollevato nuove preoccupazioni tra gli esperti di sanità pubblica. La particolarità di questo caso, segnalato dai Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie (CDC) il 6 settembre, è che il paziente, un uomo del Missouri, non aveva avuto alcun contatto diretto con animali infetti, il che lo rende un’anomalia rispetto ai casi di influenza aviaria solitamente associati a pollame o bestiame.
Quest’anno, il virus H5N1 ha colpito una dozzina di persone negli Stati Uniti, ma sempre in contesti che coinvolgevano il contatto con animali malati. L’uomo in questione, descritto come un “cittadino urbano” e senza legami con fattorie o allevamenti, ha sollevato dubbi sulla possibilità che il virus possa essere trasmesso tra persone, una preoccupazione che fino ad ora era stata esclusa.
Il caso del Missouri ha attirato l’attenzione delle autorità sanitarie poiché, dopo aver trattato il paziente, alcuni operatori sanitari hanno manifestato sintomi respiratori. Sebbene i test abbiano confermato che il virus H5N1 era presente nel paziente, non sono emersi segni di un adattamento del virus per una trasmissione umana efficiente. Il paziente, che aveva problemi di salute preesistenti, non ha sviluppato una forma grave della malattia e si è completamente ripreso.
Tuttavia, la situazione resta delicata. Gli esperti avvertono che la sorveglianza dell’H5N1 potrebbe non essere sufficiente negli Stati Uniti. Seema Lakdawala, professore associato di microbiologia alla Emory University, ha criticato la mancanza di test estesi sul bestiame, come le mucche da latte, che potrebbero essere una fonte di diffusione. In particolare, è stato discusso il rischio legato al consumo di latte crudo, che potrebbe contenere il virus.
Per prevenire eventuali scenari di trasmissione umana, gli esperti suggeriscono di intensificare i test sugli animali e monitorare con attenzione le persone che potrebbero essere esposte al virus, come veterinari e familiari di pazienti infetti. Anche l’analisi degli anticorpi potrebbe offrire informazioni cruciali per capire meglio le vie di trasmissione e prevenire future epidemie.
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