Un nuovo studio pubblicato sulla rinomata Science sta letteralmente stravolgendo quello che finora sapevamo sul cervelletto. Apparentemente secondo alcuni ricercatori del College di Medicina Albert Einstein di Montefiore, la funzione non è soltanto quella di coordinare i movimenti, ma anche influenzare il comportamento dell’individuo. Più nello specifico sembra essere il responsabile nell’elaborazione della ricompensa derivata dai comportamenti sociali. Si tratta di una scoperta importante in quanto in questo modo si può cercare una vita alternativa per cercare di trattare certi tipi di dipendenze o disturbi.
Questo risultato è soprattutto merito delle risonanze magnetiche su persone che si erano appena riprese da una dipendenza. Questi test hanno mostrato come questo particolare organo diventava il protagonista di un afflusso di sangue importante nel momento in cui i pazienti venivano sottoposti ad immagini che richiamavano loro la dipendenza appena sconfitta. Apparentemente più l’organo risultava luminoso durante la risonanza più la persona era a rischio di ricaduta.
Un organo, una nuova funzione
Questa parte però non era abbastanza per dare per certo tutto quindi si è fatto ricorso all’optogenetica. Tramite l’inserimento di geni in grado di produrre proteine sensibili alla luce in determinati neuroni si è riuscito a vedere le connessioni che il cervelletto faceva; è stato fatto un esperimento sui dei topi.
Alcune anomalie di questa zona del corpo umano sono state più volte collegate a disturbi rientranti dello spettro dell’autismo. Questa scoperta, il fatto che il collegamento del cervelletto con un’altra parte nota come VTA sia il centro di un stimolo di ricompensa sociale, potrebbe cambiare il modo con questi disturbi vengono trattati. Ovviamente il prossimo passo però sarà vedere se anche negli essere umani la risposta risulta essere la stessa.