Foto di Natasha Connell su Unsplash
Negli ultimi anni, la ricerca scientifica ha evidenziato il legame tra il microbioma orale e la salute del cervello. Il microbioma orale è composto da miliardi di batteri, virus e funghi che colonizzano la bocca e svolgono funzioni essenziali per la salute generale. Tuttavia, squilibri in questa comunità microbica possono avere effetti negativi che si estendono oltre la cavità orale, contribuendo potenzialmente al declino cognitivo e a patologie neurodegenerative come l’Alzheimer.
Uno dei meccanismi attraverso cui il microbioma orale può influenzare la salute cerebrale è l’infiammazione sistemica. Alcuni batteri patogeni, come il Porphyromonas gingivalis, responsabile della parodontite, possono entrare nel flusso sanguigno e attivare una risposta immunitaria che porta a un’infiammazione cronica. Questo stato infiammatorio può compromettere la barriera emato-encefalica, permettendo a tossine e agenti patogeni di raggiungere il cervello e favorire processi neurodegenerativi.
Numerosi studi hanno dimostrato che i batteri orali possono essere presenti nel cervello di pazienti affetti da Alzheimer. Ad esempio, tracce di P. gingivalis e delle sue tossine sono state rinvenute nel tessuto cerebrale di individui con declino cognitivo. Questo suggerisce che un’infezione orale cronica possa essere un fattore di rischio per lo sviluppo della malattia, stimolando la produzione di beta-amiloide, una proteina associata alla neurodegenerazione.
Oltre all’infiammazione, il microbioma orale può influenzare il cervello attraverso la modulazione dell’asse microbiota-intestino-cervello. Alcuni batteri orali, se ingeriti, possono alterare la composizione del microbiota intestinale, influenzando la produzione di neurotrasmettitori e la risposta immunitaria. Questo meccanismo potrebbe spiegare come la salute della bocca sia correlata a disturbi dell’umore, della memoria e della cognizione.
La salute orale è dunque un aspetto cruciale nella prevenzione del declino cognitivo. Una corretta igiene orale, che include lo spazzolamento dei denti, l’uso del filo interdentale e visite regolari dal dentista, può contribuire a mantenere un microbioma orale equilibrato e ridurre il rischio di infiammazione cronica. Inoltre, alcuni studi suggeriscono che l’uso di probiotici specifici potrebbe aiutare a ristabilire una flora orale sana e ridurre la presenza di batteri dannosi.
L’alimentazione gioca un ruolo fondamentale nella salute del microbioma orale. Una dieta ricca di frutta, verdura e alimenti fermentati favorisce la crescita di batteri benefici, mentre il consumo eccessivo di zuccheri e cibi ultra-processati può alimentare la proliferazione di batteri patogeni. Inoltre, alcune sostanze presenti nel tè verde, nella curcuma e nei polifenoli del cacao hanno dimostrato proprietà antimicrobiche che possono supportare la salute orale e, indirettamente, la funzione cerebrale.
La ricerca su questo argomento è ancora in evoluzione, ma le evidenze attuali suggeriscono che la prevenzione delle infezioni orali potrebbe essere un’importante strategia per ridurre il rischio di malattie neurodegenerative. Investire nella salute orale fin dalla giovane età potrebbe dunque avere benefici a lungo termine non solo per i denti, ma anche per il benessere del cervello.
In conclusione, prendersi cura del proprio microbioma orale non è solo una questione estetica o di benessere dentale, ma potrebbe essere una strategia efficace per proteggere la salute cognitiva. Mantenere una buona igiene orale e adottare abitudini salutari potrebbe rappresentare una misura preventiva semplice, ma efficace, contro il declino cognitivo e le malattie neurodegenerative.
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