ChatGPT, il ban italiano potrebbe estendersi all’Europa

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La decisione del Garante per la Privacy italiano di bannare temporaneamente ChatGPT sembra aver attirato l’attenzione di altri Paesi di tutta Europa: il ban potrebbe infatti estendersi a tutta l’UE. Infatti, sebbene i deputati siano ancora in disaccordo sul controverso AI Act, sembra esserci interesse a coordinarsi per regolamentare il trattamento dei dati personali delle intelligenze artificiali generative come quella di OpenAI. Senza necessariamente prevedere nuove regole, ma utilizzando normative esistenti come il GDPR.

 

ChatGPT, il ban italiano potrebbe estendersi a tutta Europa

Il regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR) offre agli utenti il ​​controllo sulle informazioni personali. Una normativa nata soprattutto per regolamentare l’uso dei cookie da parte dei social network e dei motori di ricerca. Ma le regole del GDPR possono applicarsi anche alla categoria in rapida crescita delle aziende di intelligenza artificiale generativa.

Strumenti come ChatGPT di OpenAI si basano su algoritmi per generare risposte che sembrano molto simili a quelle che darebbe un essere umano. Rispondere a query di testo basate sull’analisi di grandi volumi di dati, alcuni dei quali potrebbero essere di proprietà di utenti Internet.

 

Il punto del Garante sull’età degli utenti

Nonostante la notizia del bando sia passata nella discussione generalista come una sorta di scontro tra progressisti e luddisti, la critica è tutta informatica. Il Garante italiano ha accusato OpenAI, sostenuta da Microsoft Corp, di non aver verificato l’età degli utenti di ChatGPT. Inoltre, ha criticato “l’assenza di qualsiasi base giuridica che giustifichi la massiccia raccolta e archiviazione di dati personali” per addestrare il chatbot.

Nessuna preoccupazione per possibili apocalissi di robot o lavori sostituiti dall’intelligenza artificiale. Si tratta di capire come ChatGPT raccoglie i tuoi dati e come modera l’accesso alla piattaforma. Un blocco quindi basato sul GDPR e sui presunti inadempimenti da parte di OpenAI: una questione che sembra puramente legale e non di principio.

 

Il possibile bando di ChatGPT nel resto d’Europa

Le autorità di regolamentazione della privacy in Francia e Irlanda hanno contattato le loro controparti in Italia per saperne di più sulla base del divieto. Anche la Germania potrebbe attuare una strategia simile a quella italiana, bloccando ChatGPT per problemi di sicurezza dei dati. Almeno secondo quanto riferito dal commissario tedesco per la protezione dei dati al quotidiano Handelsblatt.

Non tutte le organizzazioni sono d’accordo. Infatti, il regolatore della privacy in Svezia ha affermato di non avere intenzione di vietare ChatGPT. Né di aver contattato il Garante italiano. Dal canto suo, la Spagna dice di non avere dossier aperti, ma non esclude nulla per il futuro.

Al momento, il coordinamento generale sul tema sembra lontano – i diversi approcci europei sembrano scongiurarlo. Va inoltre sottolineato che il Garante per la protezione dei dati personali italiano, come altri regolatori della privacy, è indipendente dal governo. Il che rende complicato l’intervento politico. Anche se, come abbiamo visto per il caso Facebook e per quello TikTok nel lungo periodo, gli organismi di garanzia tendono anche ad influenzare le decisioni di governi e parlamenti.

 

Il futuro di ChatGPT rischia di essere bannato in Europa?

La mossa dell’autorità italiana la scorsa settimana era finalizzata a stabilire un dialogo con OpenAI. Con l’obiettivo di affrontare i problemi sollevati sulla conformità ChatGPT. Secondo fonti vicine al Garante, non vi era alcun interesse ad un divieto. Ma OpenAI non ha risposto alle autorità di regolamentazione. E, anzi, ha portato offline ChatGPT in Italia.

OpenAI non ha uffici nell’Unione Europea per coordinarsi con le autorità di regolamentazione della privacy. Dopo che una violazione della sicurezza informatica di nove ore il mese scorso ha portato alla visualizzazione di estratti delle conversazioni ChatGPT di altri utenti e persino delle loro informazioni finanziarie, un’indagine del Commissario per la privacy era quasi scontata. Difficile superare l’impasse senza un dialogo tra la società e le autorità.

L’Italia è il primo regolatore a bloccare ChatGPT, ma presto potrebbero esserci altre entità che fanno lo stesso in Europa. Forse anche contro altre IA, come Google Bard.

Federica Vitale
Federica Vitalehttps://federicavitale.com
Ho studiato Shakespeare all'Università e mi ritrovo a scrivere di tecnologia, smartphone, robot e accessori hi-tech da anni! La SEO? Per me è maschile, ma la rispetto ugualmente. Quando si suol dire "Sappiamo ciò che siamo ma non quello che potremmo essere" (Amleto, l'atto indovinatelo voi!)

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