Scoperta la prima complessa chirurgia cerebrale eseguita nell’antica Grecia

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Una forma complessa di chirurgia cerebrale è stata scoperta nei frammenti ossei trovati dagli archeologi in una sepoltura in Grecia. Gli scienziati hanno analizzato i resti di un gruppo di arcieri e dei loro parenti dell’Impero Romano d’Oriente durante il turbolento periodo proto-bizantino, che va dal 4° al 7° secolo.

Nel sito archeologico di Paliokastro, situato sull’isola di Thasos, i ricercatori dell’Università di Adelphi hanno esaminato dieci resti di scheletri, tra cui quattro donne e sei uomini, che probabilmente avevano un elevato status sociale. I frammenti trovati indicano che quelle persone praticavano attività fisiche. “Il luogo di sepoltura e l’architettura della monumentale chiesa funeraria e la costruzione delle tombe sono spettacolari“, ha affermato l’antropologo e ricercatore principale Anagnostis Agelarakis. “Secondo le caratteristiche anatomiche dello scheletro di quelle persone, uomini e donne vivevano vite fisicamente impegnative“, ha poi affermato Agelarakis.

 

Una chirurgia d’altri tempi

I casi di lesioni molto gravi subite da uomini e donne sono stati trattati chirurgicamente o con ortopedia da un medico o un chirurgo con molta esperienza e con un sacco di addestramento ai trattamenti del trauma. Pensiamo che fosse un medico militare“, ha spiegato il professore di antropologia presso il Dipartimento di Storia dell’Università di Adelphi.

Quando si tratta di chirurgia cerebrale, l’antropologo ritiene che l’uomo sia stato una figura importante per la popolazione di Paliokastro, poiché la chirurgia sembra essere stata molto complessa. Sulla base di queste informazioni, il team ha ottenuto dati medici e paleopatologici sull’intervento, concludendo che la probabile causa del trattamento era un’infezione.

Federica Vitale
Federica Vitalehttps://federicavitale.com
Ho studiato Shakespeare all'Università e mi ritrovo a scrivere di tecnologia, smartphone, robot e accessori hi-tech da anni! La SEO? Per me è maschile, ma la rispetto ugualmente. Quando si suol dire "Sappiamo ciò che siamo ma non quello che potremmo essere" (Amleto, l'atto indovinatelo voi!)

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