L’origine del virus è stata individuata in Cina. Una completa certezza non c’è, ma la maggior parte degli esperti concorda che sia passato da alcuni animali, tra cui pipistrelli, serpenti e pangolini, all’uomo. Detto questo, nelle scorse settimana dalla Cina sono arrivate più volte notizie false in merito e ultimamente si sono intensificate. Un rapporto del New York Times spiega qualche retroscena.
Secondo alcuni funzionari dell’intelligence statunitensi, agenti cinesi hanno da diversi giorni inizianto ad amplificare la divulgazione di informazioni false. Un sistema molto simile a quello avvenuto da quelli considerati come troll russi. Il tenore delle notizie era del tipo “Il presidente Trump sta per chiudere il paese“. Una frase semplice, ma come visto in Italia, basta e avanza per causare il panico tra la popolazione.
Cina, Covid-19 e notizie false
Alcuni dei funzionari intervistati dal New York Times hanno però specificato come questi attori cinesi non abbiano iniziato la divulgazione di notizie del genere o simili, ma piuttosto hanno sfruttato quelle già presenti per facilitarne la propagazione. In sostanza, fatto leva sul malcontento che già circolava.
Negli ultimi giorni in molti parti degli Stati Uniti sono nate delle proteste contro le misure restrittive. Difficile pensare che quest’ultime siano nate a causa della Cina, ma si può invece supporre che siano state facilite.
Le campagne di disinformazione sono diventate onnipresenti nella società ed è un grave problema in quanto poi nascono situazioni del genere. Le piattaforma online stanno facendo di tutto per tenere sotto controllo il fenomeno, ma è molto difficile.
Le parole di Zhao Lijian, portavoce del ministero degli Esteri cinese: “Le dichiarazioni pertinenti sono una totale assurdità e non vale la pena confutare”.