Dalla folta giungla del Messico, riemergono i resti di un antico palazzo della civiltà maya, portato alla luce dagli archeologi dell’Instituto Nacional de Antropología e Historia (INAH). Questo imponente palazzo, alto 6 metri, largo 15 m e lungo 55 m, si trova nel sito di Kulubá, nella penisola dello Yucatán.
L’archeologo Alfredo Barrera Rubio afferma che gli edifici di Kulubá hanno influenze maya e toltec, e l’architettura ricorda i più famosi siti di Chichen Itza ed Ek Balam. Il nome del sito, che fu scoperto nel 1939 dall’archeologo americano Wyllys Andrews IV, deriverebbe dal termine maya “k’ulu”, un animale selvatico che ricorda un cane.
La costruzione di questo imponente palazzo, risale a più di 1000 anni fa e fu edificato per l’élite della civiltà Maya. Questo lo rende un’importante testimonianza di quello che fu il periodo di maggiore sviluppo di questa civiltà precolombiana, fino a che il suo declino non ebbe inizio, Il palazzo fu infatti utilizzato per più di 400 anni, dal 600 circa al 1050 d. C..
Questo è infatti il periodo in cui i Maya costruirono molte delle loro città-stato, tra cui vi era un fiorente rapporto commerciale. Sotto la guida dei re, considerati come dei, l’impero Maya si estese in una vasta zona che dal sud-est del Messico si spingeva fino all’odierno Guatemala ed in Belize.
Nel sito di Kulubá gli scavi, iniziati nel 2018, proseguiranno fino a marzo di quest’anno. Gli archeologi dell’INAH sperano che, grazie al sostegno del governo di questa regione, si possa presto aprire al pubblico questo importante sito, immerso in un oasi di giungla preservata dall’agricoltura.
Il ministro Saul Ancona, crede infatti che questo sito possa diventare di importanza non solo archeologica, ma anche turistica. Si prevede dunque anche di riforestare, abbellire e preservare anche la foresta attorno al sito di Kulubá.
Nel frattempo gli archeologi continuano il loro lavoro e, oltre alle rovine del palazzo, sono stati individuati altri manufatti in quella che era la piazza centrale dell’antica città di Kulubá. Si tratta di un altare, i resti di due case, ed una struttura che gli archeologi ritengono fosse un forno. Intanto, grazie al continuo lavoro dei ricercatori, da tutti questi edifici, tornano alla luce i colori originali e le splendide decorazioni della civiltà maya.
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