Un gruppo di scienziati ha ipotizzato che iniettando miliardi di particelle lucide di anidride solforosa nella stratosfera si potrebbe ridurre la siccità devastante in alcune parti dovuta al clima dell’Africa, oltre anche ai continui cambiamenti climatici. Questa forma di gestione della radiazione solare ridurrebbe il rischio di un’altra siccità “Day Zero” a Città del Capo, in Sud Africa, una città di 3,7 milioni di persone che ha esaurito l’acqua nel 2017, fino al 90%.
Il riscaldamento globale fino ad oggi aumenta la probabilità di tali siccità di tre volte, come hanno dimostrato ricerche precedenti in merito. Consentire alle temperature di aumentare di un altro grado fino a 2°C rispetto ai livelli preindustriali triplicherebbe nuovamente il rischio. Il trattato sul clima di Parigi del 2015, firmato praticamente da tutte le nazioni del mondo, richiede di limitare il riscaldamento globale a “ben al di sotto” di 2°C, un obiettivo che molti esperti temono stia rapidamente sfuggendo di mano.
Con l’aumentare della probabilità che il riscaldamento globale superi questi limiti, scienziati e responsabili politici stanno esaminando seriamente gli schemi di “geoingegneria” per raffreddare il pianeta, aspetto che diventa sempre più importante ed urgente. “Le persone che lavorano sul cambiamento climatico si stanno rendendo conto del fatto che se il taglio delle emissioni non si dimostrasse sufficiente per limitare il riscaldamento a 2°C, bloccare un po’ di luce solare potrebbe essere la nostra unica speranza di raggiungere questo obiettivo”, ha affermato Andy Parker, direttore del progetto per il Solar Radiation Management Governance Initiative.
Foto di Martin Redlin da Pixabay
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