Nell’acqua c’è ossigeno, non da solo, ma legato ad atomi di idrogeno. È presente nell’acqua salata e in quella dolce e i suoi livelli sono importanti. Negli ultimi anni quest’ultimi stanno scendendo e nuove ricerche sottolineando i livelli critici che stanno raggiungendo i laghi. Alcuni bacini d’acqua nello specifico stanno vivendo una diminuzione nove volte più repentina dei mari, appunto. La maggior parte di quelli esaminati presentano livelli ridotti e questo a causa del clima che cambia.
Con l’attuale clima causato dal surriscaldamento climatico e dai gas serra, in media si è perso il 5,5% di ossigeno nei livelli di acqua superficiale dei laghi. Nelle profondità questa perdita arriva al 18,6%, perlomeno sulla media dei 15.535 laghi esaminati dallo studio negli ultimi quarant’anni.
L’effetto del clima sui laghi
Un effetto diretto è causato proprio dall’aumento delle temperature che hanno alterato i processi di solubilità dell’ossigeno nell’acqua. Si parla di un 7.7%. Un altro 10% è dovuto, in modo indiretto sempre al clima, alla fioritura delle alghe che finiscono per asfissiare l’aria di acqua interessata. Un fenomeno sempre più comune e sempre più grosso in termini di zone esposte. In generale la situazione sta peggiorando sempre di più.
Le parole dei ricercatori: “Il calo dell’ossigeno disciolto sconvolge gravemente questi ecosistemi, creando “zone morte” troppo soffocanti da tollerare per la fauna selvatica. I bruschi cali causano morti di massa della fauna selvatica, che stanno aumentando nei corsi d’acqua di tutto il mondo. Oltre alla nostra impellente necessità di mitigare il riscaldamento globale, ridurre i rifiuti agricoli che si riversano nei nostri corsi d’acqua aiuterebbe a preservare la disponibilità di ossigeno. Anche piantare vegetazione sommersa e creare zone umide può aiutare a ripristinare gli ecosistemi lacustri.”