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Gli strumenti della cultura “Clovis” sono stati realizzati in un periodo di 300 anni

La cultura “Clovis”, detta anche cultura Llano, è un popolo nativo americano apparso per la prima volta nelle rilevazioni archeologiche del Nord America circa 13.500 anni fa, alla fine dell’ultima era glaciale. Rappresentano i primi abitanti del Nord America e devono il loro nome alla città del New Mexico (Clovis per l’appunto) dove sono stati rinvenuti alcuni dei loro utensili in pietra all’inizio degli anni’ 30. L’età di questa cultura preistorica è stata a lungo dibattuta, ma ora ora nuovi test su ossa e manufatti mostrano che gli strumenti sono stati realizzati solo durante un breve periodo di 300 anni da 13.050 a 12.750 anni fa.

 

Il mistero della scomparsa della cultura Clovis

Lo studio, realizzato da alcuni ricercatori della Texas A&M University in collaborazione con il Center for the Study of the First Americans, è stato pubblicato su Science Advances. Il team ha utilizzato il metodo del radiocarbonio per datare ossa, carbone di legna e resti di piante carbonizzate da 10 siti noti di Clovis nel South Dakota, Colorado, Pennsylvania, Ohio, Virginia, Montana e due siti in Oklahoma e Wyoming. Un’analisi delle date ha mostrato che le persone hanno creato e utilizzato l’iconica punta di lancia Clovis e altri strumenti distintivi per soli 300 anni.

Resta tuttavia da capire come mai la tecnologia Clovis sia emersa e scomparsa così rapidamente. Secondo i ricercatori le loro armi erano state sviluppate per dare la caccia a mammut e mastodonti scomparsi proprio nello stesso anno della popolazione Clovis, ma il mistero su questo popolo aleggia ancora attorno a loro. Con la nuova età rilevata dai loro strumenti si spera si possa comprendere meglio il mistero che circonda l’origine e la scomparsa di questa importante popolo nativo americano.

Ph. Credit: Texas A&M University

Marco Inchingoli

Nato a Roma nel 1989, Marco Inchingoli ha sempre nutrito una forte passione per la scrittura. Da racconti fantasiosi su quaderni stropicciati ad articoli su riviste cartacee spinge Marco a perseguire un percorso da giornalista. Dai videogiochi - sua grande passione - al cinema, gli argomenti sono molteplici, fino all'arrivo su FocusTech dove ora scrive un po' di tutto.

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