Ormai quasi quattro anni fa, il governo della Colombia aveva firmato un accordo di pace con le Forze armate rivoluzionare. Questo ha messo fine a oltre mezzo secolo di guerra civile. Ovviamente è stato un grande evento, ma paradossalmente ha avuto una pesante ricaduta sull’ecosistema del paese, sulla biodiversità delle foreste dentro i confini nazionali.
Si stima che la Colombia sia sia il secondo paese al mondo per numero di specie presenti. Tutto questo potrebbe cambiare visto i livello di deforestazione a cui si sta assistendo. Perché ora? La risposta è semplice.
I gruppi di rivoluzionari hanno abbandonato le foreste. Prima si rifugiavano nelle zone considerate protette e le curavano. Nel momento in cui non ci sono più, i malintenzionati non hanno più paura e così hanno iniziato a radere al suolo grosse porzioni di territorio.
La Colombia e la deforestazione
Le parole di Peter Kareiva, direttore dell’Istituto per l’ambiente la sostenibilità dell’UCLA:
In assenza delle FARC, ci sono molte parti con l’obiettivo di fare soldi il più velocemente possibile. Un buon modo per farlo è liberare la foresta e mettere in un ranch di bestiame. Le guerre e i conflitti terrorizzano e distruggono la fauna selvatica o finiscono per essere paradisi per la fauna selvatica perché tengono fuori gli umani. Poiché la Colombia ha tutte queste aree protette, puoi effettivamente porre la domanda scientificamente con un campione di grandi dimensioni: cosa succede alle aree protette quando il conflitto si ferma?
In tassi di deforestazione in alcune delle aree tenute sotto osservazione hanno evidenziato un aumento del 177%, quasi triplicato quindi. Si tratta della distruzione di oltre 200 chilometri quadrati di foresta.
Anche le zone tampone, quelle che fanno da cuscinetto tra le aree protette e la civiltà, hanno visto una deforestazione in aumento, il 158% che vuol dire oltre 420 chilometri quadrati. Un danno incalcolabile alla biodiversità visto il numero di specie animali e vegetali presenti.