Uno degli effetti obiettivi futuri dell’umanità sarà quello di creare delle colonie su Marte, ma anche sulla Luna. Non più fantascienza, non più sogni di qualche autore con la mente troppo fantasiosa, ma una concreta possibilità che si sta evolvendo insieme al progresso tecnologico. Le scoperte si stanno susseguendo come non mai, l’entrata in campo di molte compagnie private come SpaceX sta favorendo questo scopo però ci sono ancora degli aspetti critici: come mantenere vive queste colonie? Semplice, l’agricoltura, il coltivare su suolo alieno.
Secondo una ricerca portata avanti da ricercatori della Wageningen University & Research sita nei Paesi Bassi, si può coltivare su tali terreni. Uno dei team è riuscito a produrre culture su una simulazione del suolo sia di Marte che della Luna; non sono riusciti solo a produrre qualcosa, ma anche ad ottenere semi validi per essere riusati. I risultati? Spinaci, rucola, pomodori, piselli e tanto altro.
Una dichiarazione di Wieger Wamelink, uno degli autori: “Crescita delle colture e vitalità dei semi sui simulanti del suolo su Marte e Luna. Siamo rimasti entusiasti quando abbiamo visto i primi pomodori mai cresciuti sul suolo di Marte diventare rossi. Significava che era stato compiuto il passo successivo verso un ecosistema agricolo chiuso sostenibile“.
A livello di numeri, 9 delle colture su 10 che sono state seminate hanno prodotto qualcosa. Aspetto importante e che non va dato per scontato è che i prodotti sono risultati commestibili. Come tutte le scoperte di questo genere, si tratta di un successo, ma che deve essere inserito in un contesto più ampio.
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