Uno studio pubblicato di recente mostra come le emissioni giornaliere di sostanze inquinanti nell’aria si siano ridotte del 17% a causa del coronavirus. La quarantena generale di buona parte della popolazione mondiale ha mostrato nuovamente di avere avuto un effetto positivo all’ambiente. Si tratta di 17 milioni di tonnellate di anidride carbonica, un meno 17% del picco di quest’anno rispetto alla media dell’anno scorso; un dato significativo.
La maggior parte della riduzione dell’inquinamento dell’aria arrivano da due blocchi. Un 43% sono le emissioni dei trasporti di superficie mentre un altro 43% arriva dalla produzione di energia e dell’industria. L’aviazione ha impattato solo per una diminuzione del 10%, questo nonostante per un luogo periodo i voli commerciali sono stati praticamente nulli.
Ovviamente c’è stato anche un settore che invece ha aumentato l’inquinamento in percentuale e si tratta di quello domestico. Detto questo, l’aumento è stato così basso che non è riuscito a compensare la diminuzione del resto.
Le parole degli autori: “Il confinamento della popolazione ha portato a drastici cambiamenti nel consumo di energia e nelle emissioni di CO2. Queste riduzioni estreme sono probabilmente comunque temporanee, poiché non riflettono i cambiamenti strutturali nei sistemi economici, dei trasporti o dell’energia.”
“Esistono opportunità per apportare cambiamenti reali, durevoli, ed essere più resilienti alle crisi future, implementando pacchetti di stimolo economico che aiutano anche a raggiungere gli obiettivi climatici, in particolare per la mobilità, che rappresentano metà della riduzione delle emissioni durante il parto. Ad esempio, nelle città e nei sobborghi, sostenere la camminata e il ciclismo e l’utilizzo di biciclette elettriche è molto più economico e migliore per il benessere e la qualità dell’aria rispetto alla costruzione di strade e preserva le distanze sociali.”
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