Il micidiale coronavirus cinese ha avuto origine in un mercato all’ingrosso di animali nella città di Wuhan, hanno confermato gli esperti. I ricercatori del Centro per il controllo e la prevenzione delle malattie cinese hanno dichiarato che i test hanno confermato la trasmissione agli esseri umani dagli animali venduti nel mercato ittico di Huanan. Non è ancora chiaro quale animale stesse trasportando questa malattia, ma il mercato ospitava bancarelle che esponevano dozzine di specie diverse, tra cui ratti e addirittura cuccioli di lupo.
Gli esperti hanno suggerito la scorsa settimana che la malattia potrebbe aver avuto origine dai serpenti, portatori noti di coronavirus. Il mercato di Huanan era un punto d’incontro per la gente del posto, che ivi aveva la possibilità di acquistare carne appena macellata. “Trentuno dei 33 campioni sono stati raccolti dalla zona occidentale del mercato, dove si sono concentrati gli stand che mettevano in vendita di specie esotiche“, fanno sapere i medici.
Finora l’epidemia ha causato la morte di oltre 80 persone e ne ha infettate circa 3.000 in appena un mese, ma gli esperti prevedono che tale numero arriverà ai 100.000 contagi. Domenica, le autorità cinesi hanno vietato temporaneamente il commercio di animali selvatici e il governo ha avvertito i trasgressori, promettendo pene estremamente severe. Il mercato di Huanan, nella città di Wuhan, è stato esaminato con attenzione dopo che i funzionari cinesi hanno affermato che il coronavirus potrebbe aver avuto origine da un animale selvatico qui venduto. Da allora, il mercato è stato chiuso dalle autorità locali.
Il virus, altamente contagioso, ha finora ucciso 17 persone e infettato centinaia di persone solo in Cina e si è diffuso in Corea del Sud, Giappone, Thailandia, Hong Kong e Stati Uniti. Un tariffario di una delle aziende operanti nel mercato ha mostrato un assortimento di animali disponibili per la vendita che comprendeva volpi vive, coccodrilli, cuccioli di lupo, salamandre giganti, serpenti, ratti, pavoni, istrici e koala. Una varietà di animali che ha stupito persino gli abitanti del posto.
I ricercatori di Hong Kong hanno avvertito che l’epidemia potrebbe diventare una pandemia se il governo cinese non imporrà restrizioni estremamente severe sul traffico aereo per i suoi cittadini. Pechino, d’altra parte, insiste nel rassicurare la popolazione evidenziando gli innumerevoli sforzi compiuti per arginare l’epidemia. I nuovi casi di questa settimana includono il primo infetto in Cambogia e un secondo a Toronto, in Canada. La diffusione della malattia sembra finora inarrestabile e gli scienziati dell’Università di Hong Kong affermano che potrebbe essere necessario intraprendere azioni più drastiche.
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