Da quando questa pandemia era ancora considerata un’epidemia, gli esperti hanno provato diversi farmaci per cercare di trattare il Covid-19. In molti hanno dato segnali positivi i quali però sono rimasti circoscritto a un numero infimo di persone, sottolineando che non ci si poteva basare su tali trattamenti. Questo ha reso il coronavirus così pericoloso e temuto. Detto questo, un farmaco già conosciuto ha mostrato segnali positivi su larga scala.
Si tratta del remdesivir, farmaco usato in pazienti contagiati dal virus dell’ebola, un antivirale. Nei primi test si è visto come i pazienti trattati con questo farmaco sono guariti il 30% più velocemente rispetto a quelli trattati con un placebo. Benefici netti. In sostanza si è abbassato di 4 giorni il ricovero medio delle persone e questo può dare un grosso respiro ai sistemi sanitari nazionali dei paesi coinvolti.
Coronavirus: il remdesivir
Un’altra nota positiva che questo primo ciclo di utilizzo ha portato alla luce è una ridotta diminuzione della mortalità; un dato particolare perché piccolo, ma potrebbe essere significativo. Nei pazienti trattati con placebo il tasso di mortalità era dell’11,6% mentre negli altri è sceso all’8%. Il numero di pazienti coinvolti è stato di 1.063, un numero alto rispetto ad altri testa effettuati con altri farmaci.
Le parole di alcuni esperti: “Questa è la prima prova che remdesivir ha benefici reali, ma certamente non sono drammatici. Questi dati sono promettenti e dato che non abbiamo ancora trattamenti comprovati per COVID-19, potrebbe benissimo portare all’approvazione accelerata di remdesivir per il trattamento di COVID-19″. Detto questo, purtroppo serve comunque approfondire la situazione.