Ci sono diversi motivi per cui una persona risulta essere più suscettibile a questo coronavirus rispetto che ad altri. Secondo una nuova ricerca, tra i diversi motivi c’è anche il fatto di avere diversi geni che risalgono a quando il nostro antenato diretto si è mischiato con i Neanderthal. Un processo avvenuto circa 60.000 anni fa e che si sta ripercuotendo proprio ora.
Qui non si parla di un rischio più alto di venir contagiati, ma piuttosto dell’effetto del virus sull’organismo. Secondo lo studio, le persone che hanno questi geni nel proprio corredo genetico, il 16% della popolazione europea per esempio, in caso di contagio rischiano più degli altri di sviluppare sintomi più gravi e di finire attaccati a un ventilatore meccanico.
Ad arrivare a tale conclusione si ha pensato il team guidato dal genetista Svante Paabo dell’Okinawa Institute of Science and Technology. Il team ha analizzato i dati di 3.199 pazienti ospedalizzati a causa del Covid-19. È stato visto che chi ha delle varianti genetiche sul cromosoma 3 ha una maggiore incidenza di sintomi gravi.
Coronavirus: l’eredità dei Neanderthal
Il team, una volta scoperta la variante genetica in questione, hanno cercato di risalire all’antenato responsabile. Nel genoma Denisovan non è stato trovato nulla di simile, al contrario di quello dei Neanderthal della Siberia. Quello che invece somigliava di più era il corredo genetico di un uomo di Neanderthal della Croazia. Al momento quindi chi ha questa eredità risulta essere parecchio più sfortunato, ma si pensa che in passato la mutazione sia servita come protezione per un altro patogeno.