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Coronavirus: la laurea in Medicina sarà abilitante alla professione

Il decretoCura Italia“, emanato questo lunedì per fare fronte all’emergenza coronavirus nel nostro paese, porta con sè alcune novità estremamente importanti, destinate a lasciare un segno profondo nella nostra storia. Oltre alle misure previdenziali a sostegno delle imprese, messe in ginocchio dalla quarantena imposta alla popolazione, un provvedimento estremamente importante riguarda l’Università. Dal 16 marzo 2020 infatti, la laurea in Medicina e Chirurgia è definitivamente abilitante alla professione medica, come ha annunciato il Ministro dell’Università e della Ricerca Gaetano Manfredi.

Sbloccare in questo modo le assunzioni nelle strutture sanitarie mobiliterà circa 10.000 studenti neolaureati, che erano impegnati a preparare l’esame di Stato di abilitazione alla professione, andando così a rinforzare il settore sanitario e colmando una carenza di cui da troppo tempo ci si lamentava. Le date degli esami erano infatti state rinviate proprio a causa del coronavirus e gli studenti erano in attesa delle nuove sedute. “Cogliamo questo momento di difficoltà per adeguarci per sempre e con positività anche alle esigenze di una società che cambia“, ha dichiarato Manfredi.

 

In piena emergenza coronavirus, si tratta di una misura storica, che sblocca peraltro una situazione molto complessa

Fronteggiare l’emergenza coronavirus significa dare risposte immediate, ma con una visione che consenta all’Italia di guardare in prospettiva“, ha aggiunto il ministro. Il decreto infatti mette in campo 25 miliardi di euro, destinati al sostegno di lavoratori, famiglie e imprese. I primi 50 milioni sono stati inoltre destinati al “Fondo per le esigenze emergenziali del sistema dell’Università, delle istituzioni di alta formazione artistica musicale e coreutica e degli enti di ricerca”; le somme saranno gradualmente emesse attraverso l’emanazione di altri decreti.

Il decreto ha assorbito buona parte dei 25 miliardi stanziati per l’emergenza, finanziati peraltro in deficit di circa 20 miliardi. Ad aprile, infine, ci si attende con ogni probabilità una nuova serie di disposizioni che avranno lo scopo di prorogare quanto fino ad ora disposto con il decreto “Cura Italia”. Tempi duri richiedono scelte difficili, questo è innegabile, anche perchè il conto da saldare quando l’emergenza sarà passata si prospetta molto salato.

Nello Giuliano

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