Quale ruolo svolgono i bambini nella pandemia di coronavirus è la questione più accesa e discussa dell’estate, mentre loro si godono il tempo libero mentre le scuole lavorano su come riprendere le lezioni. L’amministrazione Trump negli Stati Uniti afferma che la scienza “è molto chiara”, ma molti medici specializzati in pediatria e malattie infettive affermano che molte prove non sono conclusive. “Ci sono ancora molte domande senza risposta. Questa è la sfida più grande”, ha dichiarato la dott.ssa Sonja Rasmussen, professoressa di pediatria presso l’Università della Florida.
Il coronavirus ed i bambini
Un primo rapporto di Wuhan, in Cina, dove lo scoppio è iniziato lo scorso inverno, ha scoperto che meno del 2% dei casi riguardava bambini. Rapporti successivi suggeriscono che tra il 5% e l’8% dei casi negli Stati Uniti sono bambini. Il CDC afferma che 175.374 casi sono stati confermati nei bambini di età pari o inferiore a 17 anni a partire da venerdì, pari a circa il 6% di tutti i casi confermati. Il numero di bambini che sono stati infettati ma non confermati è quasi certamente molto più alto di quello, tuttavia, dicono gli esperti, perché quelli con sintomi lievi o assenti hanno meno probabilità di essere testati.
Uno studio iniziale che esamina le infezioni nei bambini proviene da un ospedale di Wuhan afferma che, dei 171 bambini trattati lì, la maggior parte aveva una malattia relativamente lieve. Un bambino è morto e solo tre necessitavano di terapia intensiva e trattamento del ventilatore. Forse più preoccupante era che 12 presentavano prove radiografiche di polmonite, ma nessun altro sintomo.
Uno studio CDC che ha coinvolto 2.500 bambini, pubblicato lo stesso mese, ad aprile, ha fatto eco a questi risultati. Circa 1 su 5 bambini infetti sono stati ricoverati in ospedale contro 1 su 3 adulti; tre bambini sono morti. Lo studio non dispone di dati completi su tutti i casi, ma suggerisce anche che molti bambini infetti non hanno sintomi.
“Stiamo cercando di capire chi sono quei bambini”, ha detto Rasmussen. “Dobbiamo capire l’impatto sui bambini e sul resto della comunità, i loro genitori e i loro nonni. Se si stanno trasmettendo molto l’un l’altro, e poi lo stanno portando a casa alle loro famiglie. E’ una situazione molto delicata e da comprendere il più rapidamente possibile”.