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Il Coronavirus potrebbe dare una scossa al mercato della realtà virtuale

Per la gente che è chiusa in casa ormai da più di un mese, la noia comincia a farsi sentire. Ci sono tante serie Netflix da guardare, tanti libri da leggere e tanti videogiochi da giocare, ma ora è necessario un cambio di routine. Le aziende tecnologiche sperano che questo cambiamento arrivi sotto forma di visori per la realtà virtuale. Dopo tutto, sono passati sei anni da quando il fondatore di Oculus, Palmer Luckey, ha affermato che la realtà virtuale “cambierà il mondo”.

“È un po’ presto per dire se le persone ora stanno vivendo più esperienze di realtà virtuale, ma penso che questa crisi potrebbe far ripartire l’interesse”, ha affermato Kirk Soderquist, un partner di Perkins Coie, uno studio legale focalizzato sull’industria dell’intrattenimento interattivo . “Penso che potremmo vederlo come un punto di svolta per il settore.”

La realtà virtuale ha il potere di trasportare le persone in altri luoghi, sia basati sulla realtà che simulati. Si possono fare escursioni a piedi nostre città preferite e visitare parchi nazionali o monumenti culturali. È possibile scalare l’Everest con Everest VR, nuotare con le balene con TheBlu e persino esplorare la superficie di Marte con Titans of Space.

Nonostante non ci sia una corsa all’acquisto degli esosi visori per la realtà virtuale e delle console che a volte sono necessarie per il loro funzionamento, una volta provati ci si innamora di questa tecnologia. “Sono rimasto sbalordito quando ho avuto le mie prime esperienze VR”, ha dichiarato Norm Rose, analista senior di tecnologia con Phocuswright. Ha comprato un visore Oculus Go VR due anni fa. “Ti senti come se fossi qualcun altro da qualche altra parte.”

 

Realtà virtuale, un nuovo modo di interagire con il mondo

Ma la realtà virtuale non si limita solo ai viaggi. Settori come l’assistenza sanitaria, la produzione automobilistica e l’istruzione rappresentano una fetta importante per la realtà virtuale. Ad oggi i giochi non sono il punto cardine del mercato VR anche se c’è comunque una forte concorrenza.

Si tratta quindi di una tecnologia universale che può essere adattata ad ogni tipo di contesto, come per esempio per i social media o magari per una riunione di lavoro. In questo periodo di pandemia c’è stato anche un risveglio di applicazioni dormienti come Altspace, primissima piattaforma social VR che ultimamente è stata bombardate di richieste per ospitare eventi VR. Anche Facebook su questo fronte sta lavorando al lancio di Horizon, un mondo virtuale popolato da avatar che funzionerà con il visore Oculus. Questo habitat digitale permetterà alle persone di interagire tra loro, di effettuare conferenze professionali e potenzialmente molto altro.

L’analista senior di Omdia George Jijiashvili, tuttavia, vede un grosso problema: “Non credo che questa crisi sia un’opportunità per la realtà virtuale, perché non ci sono abbastanza visori per un forte impatto sociale”. I consumatori attualmente possiedono solo 26 milioni di visori per realtà virtuale a livello globale. Questo è molto meno rispetto le alte aspettative per questa tecnologia.

Perché il mondo della realtà virtuale non riesce a decollare?

I big dell’industria tecnologia sono anni che cercano di stimolare il mercato in ogni modo possibile. Google e Samsung hanno introdotto diversi dispositivi a basso costo per poter usare il proprio smartphone e vivere un’esperienza di realtà virtuale. Si tratta di visori economici realizzati in cartone o plastica, Google ha tentano perfino di regalarne uno, il Google Cardboard, ma è stato un fallimento su tutti i fronti.

“I visori erano goffi, l’esperienza non era buona e non c’era molto supporto in termini di contenuti”, ha dichiarato Jijiashvili. “Penso che molti di quei visori sono ancora intatti in qualche cassetto.” L’anno scorso Google ha sostanzialmente abbandonato la sua piattaforma Daydream VR.

Senza un’ampia base di visori tra i consumatori, gli sviluppatori non sono incentivati nel sviluppare costosi contenuti VR, e di conseguenza i consumatori vista la poca varietà non sono attratti dall’acquisto. Da quando Facebook ha rilasciato il suo Oculus Rift nel 2016 insieme al produttore indipendente Oculus acquisito due anni prima, si pensava che la realtà virtuale potesse entrare in tendenza. Tuttavia questo non è mai accaduto dato l’elevato costo del visore che ammonta a 599 €.

I colossi dell’industria tech – come Google, Samsung e Sony – non si sono comunque tirati indietro e hanno continuato a competere per il mercato VR. Questo ha permesso di introdurre visori a basso costo come Gear VR, LG 360 e PlayStation VR di Sony, ma ciò non è bastato ad incrementare le vendite.

 

Una nuova opportunità per l’industria del turismo?

Data l’attuale impossibilità di viaggiare a causa della pandemia di coronavirus l’industria del turismo ne sta risentendo molto. Basti pensare che i viaggi aerei per ovvi motivi sono diminuiti del 95% e al momento non sappiamo quando sarà effettivamente possibile tornare a viaggiare.

Ma l’analista Norm Rose ritiene che in questo periodo le imprese turistiche potrebbero tornare alla ribalta con l’uso del VR. Una grande opportunità che permetterebbe ai consumatori di viaggiare virtualmente. Questo ovviamente ha creato polemiche nel settore poiché il turismo VR potrebbe incidere in maniera negativa sulle vacanze reali. Secondo Rose tuttavia la realtà virtuale potrebbe essere il prossimo step da compiere.

“Se fossi una grande compagnia di viaggi, taglierei gli accordi con i produttori per mettere i visori nelle mani dei consumatori”, ha affermato Rose. “Dato che l’industria della realtà virtuale ha finora deluso, l’industria dei viaggi pensa che non funzioni”, ha affermato Rose. Secondo l’analista le agenzie di viaggi ora dovrebbero investire nella tecnologia VR per prepararsi al mondo post-pandemia. Non sarà facile far ripartire l’industria turistica, ma la realtà virtuale potrebbe dare un mano in questo.

“Il vero valore nella realtà virtuale è nella pianificazione dei viaggi”, ha affermato. “La realtà virtuale può aiutare le persone a pianificare una vera vacanza.”

Ci vorrà qualche ulteriore evoluzione delle tecnologie VR per consentire ciò, inclusa la capacità delle persone di organizzare la propria ricerca e di effettuare transazioni effettive attraverso applicazioni VR. Sarà un enorme passo avanti per l’industria se le persone potranno decidere destinazioni, controllare alloggi, salvare le informazioni e effettivamente prenotare tour e sale attraverso applicazioni VR.

È ovvio che l’industria ci arriverà, anche perché Mark Zuckerberg, CEO di Facebook, è un vero sostenitore della tecnologia e crede ancora che il VR finirà per svolgere un ruolo molto importante nella vita delle persone. L’ultimo visore della società, Oculus Quest, ha riscosso un ottimo successo l’anno scorso e molti analisti lo vedono come un grande passo in avanti per il settore.

“I costi stanno diminuendo, i visori si stanno riducendo e la loro potenza sta aumentando”, ha dichiarato Soderquist. “L’industria ci arriverà.”

Marco Inchingoli

Nato a Roma nel 1989, Marco Inchingoli ha sempre nutrito una forte passione per la scrittura. Da racconti fantasiosi su quaderni stropicciati ad articoli su riviste cartacee spinge Marco a perseguire un percorso da giornalista. Dai videogiochi - sua grande passione - al cinema, gli argomenti sono molteplici, fino all'arrivo su FocusTech dove ora scrive un po' di tutto.

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