Coronavirus: la salute mentale degli operatori sanitari preoccupa sempre più

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Restare isolati in casa per tutto questo tempo può essere logorante, ma immaginiamo per un momento come devono sentirsi medici ed infermieri che ogni giorno lottano faccia a faccia contro questo nemico invisibile che è il nuovo coronavirus. Gli operatori sanitari non possono permettersi il lusso di restare nelle loro case per proteggersi dal coronavirus, ma sono chiamati ad esporsi costantemente al rischio e alcuni si stanno separando dalle loro famiglie anche per settimane, per evitare di trasmettere il virus ai loro familiari.

 

Il coronavirus è un nemico temibile anche per la salute mentale di chi ogni giorno è chiamato a combatterlo in ogni sede

Non solo stanno vivendo la sconvolgente esperienza di perdere continuamente pazienti dopo giorni e giorni di incessante lotta, ma sono anche costretti a rinunciare alla compagnia dei loro partner e dei loro figli. È un livello completamente diverso di solitudine rispetto a quello che la maggior parte di noi sta affrontando, quindi non dovrebbe sorprendere che il benessere mentale degli operatori sanitari sia seriamente a rischio. Un nuovo studio cerca di quantificarlo.

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I risultati non sono confortanti. Gran parte degli operatori sanitari che hanno partecipato allo studio riferisce di avere sintomi di depressione (circa il 50% di essi), ansia (45%), insonnia (34%) e disagio psicologico generalizzato (71,5%). Le donne e le infermiere sono quelle che riportano i sintomi più seri. Gli operatori sanitari in prima linea e quelli che per primi si sono trovati ad affrontare il nuovo coronavirus a Wuhan, epicentro della pandemia, presentano inoltre un carico psicologico molto maggiore rispetto agli operatori sanitari cinesi che lavorano più lontano dall’epicentro.

 

Gli infermieri, soprattutto le donne, sono i soggetti maggiormente a rischio, secondo lo studio

Lo studio rileva che durante l’epidemia di SARS del 2003, gli operatori sanitari temevano di infettare la famiglia o gli amici e che si sentivano stigmatizzati perchè costretti al contatto diretto con i malati. Hanno quindi sperimentato uno stress significativo e per molto tempo. Paure simili stanno probabilmente contribuendo al disagio degli operatori sanitari in questo momento. “La protezione degli operatori sanitari è una componente importante delle misure di sanità pubblica per affrontare l’epidemia di Covid-19“, si legge nello studio.

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Interventi speciali per tutelare il benessere mentale degli operatori sanitari esposti al coronavirus devono essere immediatamente adottati, con particolare attenzione a donne e infermieri in prima linea nella lotta“. Lo studio non specifica tuttavia quali interventi di salute mentale dovrebbero essere utilizzati per aiutare gli operatori sanitari e i suoi limiti sono perciò evidenti e degni di non essere sottovalutati.

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