Paese considerato da diversi studi come il più preparato ad affrontare una pandemia, gli Stati Uniti si stanno rivelando invece inermi. Il fattore umano non è stato contato nelle ricerche iniziali e il risultato lo si sta vedendo tutt’ora con il coronavirus. Da diversi giorni di fila ci sono oltre 40.000 nuovi contagiati segnalati ogni 24 ore, ma il peggio deve ancora arrivare.
Il principale esperto di malattie infettive del paese, l’uomo chiamato per gestire l’emergenza, il Dott. Anthony Fauci, ha avvertito che presto gli Stati Uniti potrebbero dover fare i conti con oltre 100.000 casi giornalieri. Un raddoppio rispetto ai numeri attuali.
Il motivo dietro a questi numeri è la risposta degli americani alle raccomandazioni degli esperti sulla saluta pubblica. L’uso di mascherine e il distanziamento sociale rimangono le armi più potenti contro la pandemia, ma la popolazione non sembra essere incline a usarle. Proprio per quanto riguarda le mascherine, sembra esserci una vera avversione.
Il coronavirus e la risposta al coronavirus
Nella giornata di ieri, il 30 giugno 2020, è stato registrato un aumento di 46.000 contagiati il che ha portato il totale a oltre 2.700.000. In poco tempo supereranno i 3 milioni ed entro la fine del mese anche i 150.000 morti. I casi ufficiali a livello mondiale sono oltre 10 milioni e gli Stati Uniti, nonostante siano il 4% della popolazione, hanno oltre il 25% dei casi.
La risposta iniziale del paese sembra aver avuto effetto, ma poi in molti stati è nato un malcontento e la gente ha iniziato a non seguire più le raccomandazioni. In aggiunta sono scoppiate le proteste in seguito alla morte di un uomo di colore e questo ha di fatto favorito enormemente la diffusione del virus.