Secondo una ricerca italiana che ha ricostruito una delle mutazioni genetiche del coronavirus, il contagio del paziente zero sarebbe avvenuto tra il 20 e il 25 novembre, molto prima rispetto all’allarme lanciato dalle autorità cinesi e internazionali. Più precisamente, prendendo in esame le sequenze genetiche del virus delle forme presenti in Cina, i ricercatori italiani sono riusciti a scoprire un tassello importante.
Quest’ultimi hanno individuato la mutazione che ha permesso all’agente patogeno di passare dagli animali, in questo caso i pipistrelli, all’uomo. Tale passaggio è stato permesso dal cambiamento avvenuto in due proteine specifiche, due proteine strutturali insieme a un terza di superficie, la spike ovvero quella che permette al virus di poter infettare gli altri corpi.
L’arrivo del coronavirus
Le parole di Massimo Ciccozzi, autore dello studio che ha scoperto tutto questo: “E’ stato un cambiamento decisivo, una mutazione molto particolare avvenuta fra il 20 e il 25 novembre. Il Covid-19 muta in continuazione e cerca di cambiare aspetto per essere in equilibrio con il sistema immunitario ospite. E’ stata la mutazione della proteina spike che ha permesso al virus di fare il salto di specie. E’ una proteina abbastanza conservata nella storia evolutiva del virus e questa mutazione le ha permesso di fare il passaggio dall’animale all’uomo, innescando l’epidemia umana”.
Questa proteina dovrebbe aiutare le altre ricerche sul virus, ma più di tutto mette in chiaro un aspetto che già si sapeva. Le autorità di tutto il mondo si sono mosse tardi rispetto all’avanzata del virus e si poteva fare ben poche per mitigare il contagio.