I virus mutano con abbastanza facilità e questo coronavirus non fa differenza. Fin da subito si è sottolineato come in questa pandemia globale, erano tre i ceppi del virus maggiormente diffusi. Durante questo periodo la situazione è cambiata molto e un ceppo in particolare, arrivato dopo, ha preso il sopravvento visto la sua alta contagiosità.
Negli ultimi mesi ne sono comparse altre di mutazioni che hanno portato a nuove varianti. Una di queste è quella già discussa negli ultimi giorni, ovvero quella inglese, ma non è l’unica. Esiste anche una variante sudafricana che sembra essere già arrivata in altri paesi. Al momento risulta essere più contagiosa, soprattutto nei giovani. C’è altro che preoccupa.
Apparentemente è leggermente e potenzialmente più resistente ai vaccini. Gli studi in corso stanno cercando di capire questo aspetto e anche quello relativo alle reinfezioni. Le mutazioni riguardano ancora una volta la proteina spike che gli permette di essere più contagiosa visto che può penetrare meglio nelle cellule del nostro corpo.
Coronavirus: le parole di un esperto italiano
Arnaldo Caruso, il presidente della Società Italiana di Virologia, rilasciate a Adnkronos: “Bisogna tracciare i virus mutanti che inevitabilmente emergeranno in un prossimo futuro. Isolare e sequenziare il genoma virale, anche se costoso, deve diventare un’azione quasi routinaria nei laboratori diagnostici. Per attuare un tale progetto servono fondi ad hoc e una precisa strategia volta a formare una rete di sorveglianza per il coronavirus a livello nazionale o meglio ancora europeo. L’unica paura che dobbiamo avere, qualora si confermasse la forte contagiosità del virus mutante è l’incremento nel numero di persone che potrebbero richiedere cure negli ospedali, mettendo ulteriormente in difficoltà il sistema sanitario nazionale.”
Ph. credit: Wired