Coronavirus, la vitamina D può ridurre il rischio d’infezione?

La vitamina D apporta numerosi benefici al sistema immunitario dell'organismo, quindi molti si chiedono se può aiutare a combattere il coronavirus

La vitamina D è una vitamina liposolubile che svolge una serie di ruoli critici nel tuo corpo. Questo nutriente è particolarmente importante per la salute del sistema immunitario, lasciando molte persone a chiedersi se l’integrazione con vitamina D possa aiutare a ridurre il rischio di contrarre il nuovo coronavirus che causa COVID-19.

È importante notare che al momento non esiste una cura per COVID-19 e nessuna misura preventiva diversa dal distanziamento sociale e le pratiche igieniche adeguate possono proteggerti dallo sviluppo di questa malattia. Detto questo, alcune ricerche dimostrano che avere livelli sani di vitamina D, oltre a prendere un integratore di vitamina D, può aiutare a mantenere il sistema immunitario sano e può proteggere dalle malattie respiratorie in generale.

 

 

La vitamina D ed il coronavirus

Attualmente, non esiste una cura o un trattamento per COVID-19. Nessuno studio ha studiato l’effetto degli integratori di vitamina D o della carenza di vitamina D sul rischio di contrarre il nuovo coronavirus che causa COVID-19. Tuttavia, numerosi studi hanno dimostrato che la carenza di vitamina D può danneggiare la funzione immunitaria e aumentare il rischio di sviluppare malattie respiratorie. Inoltre, alcuni studi hanno indicato che gli integratori di vitamina D possono migliorare la risposta immunitaria e proteggere dalle infezioni respiratorie in generale.

Una recente revisione che ha coinvolto 11.321 persone provenienti da 14 paesi ha dimostrato che l’integrazione con vitamina D ha ridotto il rischio di infezioni respiratorie acute (ARI) sia in coloro che erano carenti di vitamina D sia in quelli con livelli adeguati.

Nel complesso, lo studio ha dimostrato che gli integratori di vitamina D hanno ridotto il rischio di sviluppare almeno un ARI del 12%. L’effetto protettivo è stato più forte nei soggetti con bassi livelli di vitamina D.