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Covid-19: l’efficacia di Pfizer e di Moderna prima e dopo la seconda dose

I vaccini Covid-19 sono stati sviluppati in fretta, tenendo conto di tutto il necessario per garantire la sicurezza di chi li riceve, ma comunque in poco tempo. Questo ha di fatto inficiato sul numero di dati totale che le case farmaceutiche hanno potuto accumulare. In sostanza, più andiamo avanti più si scoprono aspetti specifici di questi trattamenti.

Nel caso di Pfizer e Moderna, un nuovo studio ha fornito nuovi dati sulla efficacia dopo la prima dopo di vaccino e poi dopo la seconda dose. Lo studio si è basato sui dati di 417 persone sopra i 65 anni negli Stati Uniti che avevano preso entrambe le dosi di uno dei suddetti trattamenti contro il Covid-19.

Il risultato è stato che la protezione fornita dalla prima dose è stata in entrambi i casi di 64% mentre una volte ricevuta la seconda dose, la protezione raggiunge il 94%. Da un lato è sicuramente positivo, ma alcuni sono riusciti a trasformare tutto questo in un problema.

 

Vaccini Covid-19: la protezione tra le due dosi

Gli Stati Uniti hanno vaccinato la maggioranza della popolazione e i trattamenti principali sono stati proprio Pfizer e Moderna. Nonostante la riluttanza di molti, il piano vaccinale e anche chi è normalmente contrario ai vaccini si è fatto somministrare la prima dose. Il problema apparentemente è che l’8% delle persone non sta tornando per la seconda dose del vaccino. È un problema.

La curva di contagio è stata rallentata in alcuni stati e abbattuta in altri grazie alla somministrazione delle prime dosi di vaccino Covid-19. Con la seconda, e probabilmente in futuro una terza, si rafforzerebbe l’efficacia e la lunga durata della protezione. Senza questo passaggio invece il virus potrebbe ritornare a infettare in massa. Queste persone guadagnano un finto senza di invincibilità che a un certo punto farà nascere nuovi focolai.

Ph. credit: The Straits Time

Giacomo Ampollini

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