Secondo una nuova ricerca, la predisposizione genetica al lupus eritematoso sistemico, o LES, potrebbe proteggere le persone dalle forme più gravi di Covid-19. Il team ha confrontato la genetica della malattia indotta dall’infezione da SARS-CoV-2 grave con quella del LES usando analisi multiple, incluso un approccio che può focalizzarsi su specifiche aree del genoma.
Ciò ha identificato molteplici loci condivisi tra i due tratti, alcuni dei quali esercitano effetti opposti. Il loco con la maggior parte delle prove di associazione condivisa è TYK2, un gene critico per la via dell’interferone di tipo I, dove la correlazione genetica locale è negativa. Un altro gene condiviso è CLEC1A , dove è allineata la direzione degli effetti, che codifica per una lectina coinvolta nella segnalazione cellulare e nella risposta immunitaria antimicotica.
Il locus con la maggior parte delle prove di associazione condivisa ( TYK2) è coinvolto nella produzione di interferone, un processo importante in risposta all’infezione virale e noto per essere disregolato nei pazienti con LES. Altri loci associati condivisi contenevano geni coinvolti anche nella risposta di difesa e nella segnalazione del sistema immunitario. Questi risultati si aggiungono alla crescente evidenza che ci sono alleli nel genoma umano che forniscono protezione contro l’infezione virale ma sono a rischio di malattie autoimmuni.
Gli autori, quindi, hanno associato i dati sui geni e la struttura del genoma ottenuti da diversi database biomedici per capire quali parti potevano risultare condivise. Dai risultati è emerso che TYK2, un gene associato con LES e Covid-19 grave, fornisce protezione contro l’infezione virale, ma aumenta il rischio della malattia autoimmune. I risultati indicano che c’è un effetto genetico condiviso tra la malattia autoimmune LES e le conseguenze cliniche del Covid-19.
È stato anche scoperto che il segnale-A colocalizza con un eQTL per la vicina PDE4A , che codifica per una fosfodiesterasi che regola il cAMP. Questo enzima ha molteplici ruoli potenziali, tuttavia è stato dimostrato che gli inibitori della PDE4A hanno attività antinfiammatoria e sono allo studio nell’AIDS e nelle malattie infiammatorie polmonari. È possibile che la riduzione complessiva dell’attività di TYK2 causata dagli alleli di rischio Covid-19 nel segnale-A evochi un effetto compensatorio sull’espressione genica complessiva, progettato per mitigare l’effetto deleterio delle varianti missenso, un esempio di varianti regolatorie che modificano la penetranza delle varianti di codifica. Questa congettura è supportata dalla mancanza di segni epigenetici nella regione del segnale-B di TYK2.
Gli effetti opposti che troviamo nel locus TYK2 sono compatibili con l’ipotesi che ci siano alleli nella popolazione generale che, sebbene rappresentino un rischio per il LES, persistono probabilmente a causa di una protezione immunitaria innata contro i patogeni, compresi i virus.
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